Silenzio, rabbia, soprattutto impotenza. “Avrei voluto essere lì per fare qualcosa”, lo abbiamo pensato tutti in queste ore. Lei, sola, spaventata e senza via d’uscita, due vite da proteggere, la sua e quella di sua figlia… da chi avrebbe dovuto invece proteggerle dal mondo, da chi le aveva dato la possibilità di diventare madre, pochi mesi, pochi giorni ancora, e invece in pochi attimi, il buio ed il fallimento dell’umanità. Tutti i peccati del mondo in un unico gesto…in un’unica persona. Una giovane vita spezzata, speranze, futuro, sfumati. Quanti avrebbero voluto e vorrebbero avere la possibilità di diventare genitori? La donna incinta, portatrice di vita è l’immagine più sacra che rappresenta l’umanità, l’esistenza, ed il prosieguo di una specie che, per certi soggetti, meglio che non debba proseguire. La donna che aspetta una vita è l’immagine più celestiale che l’umanità possa avere, è ciò che ci allontana dalla robotizzazione sterile di questi decenni, a cui invece stiamo aspirando, allontanandoci dalla nostra natura, oggi tutto si può costruire, oggi la vita ha sempre meno senso. Ecco, la scena della donna celestiale che perde contro un robot senza sentimenti: questa scena rappresenta non solo questo brutto momento, ma il declino dell’uomo disumanizzato e senza sentimenti. Silenzio, rabbia, soprattutto impotenza…
