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Il Real Sito di Carditello un gioiello dei Borbone regalato dallo Stato Italiano sabaudo alla Camorra dopo il 1860

La trattativa Stato Mafia iniziò nel 1861: un'altra prova? Il Savoia donò al camorrista locale la Reggia per i servizi resi

BCC

Di Giuseppe Giunto
Il Real sito di Carditello, La Reale tenuta di Carditello, Le Reali delizie, il luogo preferito da Ferdinando IV di Borbone, si trova nel Comune di San Tammaro, in provincia di Caserta, nella Campania Felix. Oggi di proprietà dello stato, è gestito dalla Fondazione Carditello con grandi risultati, facendo della reggia borbonica un luogo di attrazione con spettacoli estivi, e vari intrattenimenti, organizzando ogni anno Il Carditello Festival un appuntamento fisso dell’estate in Campania, giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Ma non è sempre stato cosi, il Real sito di Carditello per anni ha rappresentato il simbolo del degrado, dell’abbandono della terra dei Fuochi. Violentata e lasciata ferita dalla criminalità organizzata, la tenuta Borbonica rinasce dopo l’acquisizione da parte dello stato è diventa un modello di riscatto sociale per tutta la zona. Ma facciamo un passo indietro:

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La Reale tenuta di Carditello, di proprietà della Famiglia Borbone di Napoli, era un luogo che non era solamente dedicato allo svago (soprattutto la caccia), ma costituiva una vera e propria azienda, espressione dell’imprenditoria ispirata alle idee illuministiche in voga a quei tempi. La tenuta è un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico. La reggia fu progettata e costruita dall’architetto Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli, per volontà di Carlo di Borbone nel 1744 che la adibì alla caccia e all’allevamento di cavalli e, successivamente, per volere di Ferdinando IV di Borbone, tramutata in fattoria modello per la coltivazione del grano e per l’allevamento di razze pregiate di cavalli (Persano), era immersa in una vasta tenuta ricca di boschi, pascoli e terreni per la coltivazione. Si presume che la prima forma di quella che sarà la mozzarella di Bufala Campana sia stata prodotta proprio a Carditello.

Il declino di Carditello comincia proprio dopo il 1860, quando Vittorio Emanuele II di Savoia non sapendo che farsene del sito lo dona a un capo camorra locale, per i servizi resi proprio in quel periodo al Savoia per la conquista del Sud. Dopo la dismissione del 1919 il Real Sito subisce danni e spoliazioni, nel 1943 i tedeschi in ritirata la occupano e ne fanno il loro quartier generale, nel 2011 va all’asta per 10 mln di euro. Le aste vanno tutte deserte fino al 2014 quando il ministero per le attività culturali lo rileva. Il 25 febbraio 2016, il sito fu affidato alla Fondazione Real Sito di Carditello, nata da un accordo di collaborazione stipulato tra il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo, il Presidente della Regione Campania, il Prefetto di Caserta ed il Sindaco di San Tammaro (Open Campania).

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