I Neoborbonici contro il solito Sputtanapoli di Capodanno.
Rilanciamo un post del Movimento Neoborbonico pubblicato dal prof. Gennaro De Crescenzo, presidente dell’associazione, che come ogni anno si ritrova sul fronte della difesa contro lo sputtanapoli annuale post-botti di Capodanno!
“NAPOLI NAPOLI NAPOLI”… BASTA!
“Una trentina i feriti tra Napoli e provincia la notte del 31 dicembre. Ma la notizia che ha fatto il giro dell’Italia e del mondo è “un morto a Napoli: uccisa da un proiettile vagante”. Cristiano e profondo rispetto per la vittima ma occorre fare chiarezza. Prima di tutto la geografia: l’episodio è avvenuto non a Napoli ma ad Afragola. Se fosse avvenuto a Sesto San Giovanni o a Varese nessuno avrebbe citato Milano. La provincia di Napoli fa 3 milioni di abitanti. Di che parliamo? Nessuno nega i problemi di Napoli ma la verità è quella.
Poi la correttezza dell’informazione: la povera donna è stata vittima non di un “proiettile vagante” ma di un nipote (arrestato) colpevole di aver comprato comunque un’arma e incapace di utilizzarla facendo partire inavvertitamente il colpo. Intanto, nelle stesse ore, centinaia di feriti anche gravissimi su tutto il pianeta ma nessuno ha chiamato i sociologi.
Eppure il TG1 delle 20 sparava un servizio in cui “capita spesso a Napoli” con annessa intervista ai parenti di una vittima del… 2019 (a Torre Annunziata). Eppure nelle stesse ore un caso simile ha visto coinvolto addirittura un deputato di Biella ma nessuno ha parlato della criminalità della popolazione biellese o piemontese.
I Neoborbonici contro il solito Sputtanapoli di Capodanno.
Eppure qualcuno anche dalle nostre parti ha evidenziato la negatività dei luoghi comuni ma anche le colpe dei Napoletani “che continuano ad alimentarli”. Peccato che si sia trattato di un incidente drammatico ma comunque domestico, peccato che non sia avvenuto a Napoli e peccato pure che non esistano al mondo città o società perfette senza delinquenti o senza imbecilli (il problema è che qui arrivano i media locali carichi di complessi di inferiorità o condizionati dalla caccia ai clic facili e, subito dopo, arrivano i media mondiali a caccia dei soliti luoghi comuni).
Possiamo girarci intorno quanto vogliamo ma quando si amplificano i luoghi comuni beceri e le generalizzazioni superficiali e idiote siamo di fronte ad un razzismo più o meno strisciante e vecchio più o meno di 160 anni. Forse, come recita uno striscione ultrà di qualche ora fa, si tratta davvero di un razzismo che è frutto di invidia? Il problema, però, è che in un momento comunque positivo per Napoli (oltre 3 milioni di arrivi all’aeroporto di Capodichino in un anno, tantissime presenze a Natale) arriva… il TG1 e magari pure i danni conseguenti con gente che magari si convince del fatto che a Napoli rischia pallottole vaganti ogni momento ed è meglio non andarci. Un caso, un progetto o magari ha ragione quello striscione?”
Gennaro De Crescenzo
(foto presa dal post)