E’ stato pubblicato il nuovo libro di Tony Manna: “Cercola, dal Vesuvio alla Curva B”. Ultras napoletano-cercolese, fondatore di Cercola Partenopea e da anni rappresentante del tifo identitario-calcistico del Napoli a Cercola. Un libro pieno di foto e storie identitarie.
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Tony come come mai hai voluto scrivere questo libro, quali sono le motivazioni e come mai hai deciso proprio di dedicare a Cercola il tuo scritto?
L’idea del libro è stata più che altro dettata dall’esigenza di mettere su carta una ricerca fatta negli anni. Ci sono infatti alcuni contenuti che io ho raccolto già da bambino. Racconto la storia del tifo azzurro e la storia del mio paese quindi ho trovato giusto che ad esso tornasse il ricavato.
Quali sono state le motivazioni che ti hanno indotto ad entrare nel mondo identitario, e che unione ‘speciale’ vedi tra Cercola e Napoli, oltre al fatto che Cercola sia di fatto una provincia di Napoli?
Sono entrato nel mondo identitario per gli studi personali extrascolastici e per la curiosità di sapere che mi anima. Appartengo ad una categoria identitaria non di parte. Io sono dalla parte del Popolo napoletano e dalla parte della verità storica. Racconto nel libro il rapporto di Cercola con Napoli. Credo che la provincia sia una parte importante della napoletanità, basti pensare Pompei Ercolano Sorrento e lo stesso Vesuvio sulle cui pendici Cercola è adagiata.
Possiamo considerare questo libro come una sorta di riscatto contro quei pochissimi che cercano di additare Cercola come un ‘covo di Juventini’ e giacobini? Ovviamente tutti sanno che Cercola è totalmente azzurra!
Questa errata etichetta negativa ha due motivi: 1 la mancanza di conoscenza in merito, e credo che in questo libro ci siano tutte le risposte per chi vuole comprendere. 2 per un periodo la mancanza di presenza e di contrasto ad oltranza è mancata, ma da 12 anni ci siamo noi e questo è il motivo per cui ora tutti sanno.
Nel tuo intervento qualche giorno fa all’evento dei lazzari hai parlato anche dei primati Cercolesi, ti va di elencarne qualcuno? È giusto quando si elencano i primati napoletani, ricordare che esiste anche la provincia con altrettanti primati.
A Cercola un certo Luca Giordano dipinse il quadro del diavolo di cui racconto la leggenda. L’Antica taverna diede i natali al giurista e filosofo Gaetano Filangieri, la bibliotecaria Mary Shellembrid Buonanno salvò decine di migliaia di volumi dalla furia nazista in ritirata, abbiamo avuto due mister universo nel bodybuilding, il primo campione del mondo italiano, il pluri campione del mondo di fotografia subacquea, un inventore cercolese brevettò la 500 a nafta attirando l’attenzione dell’allora presidente Sandro Pertini, recentemente Cercola ha conquistato una medaglia d’argento alle Olimpiadi.. non voglio svelare tutto ma troverete tante interessanti chicche.
Uno dei soci onorari del Club Cercola partenopea era il compianto Gennaro Di Paola, può dirci due parole per commemorarlo, e com’era il vostro legame?
Quando veniva al Cercola Partenopea a parlare ai suoi giovani, la sua esile fisicità, il suo timbro dolce, ed il suo parlare a bassa voce, catturavano l’attenzione dei presenti. Capivi subito di parlare con un gigante che odiava essere chiamato eroe. Ci diceva che fu l’esasperazione a farli mobilitare, si diceva che gli americani li avevano massacrati con i loro bombardamenti, che i tedeschi ammazzavano chiunque fosse alla loro vista, e che l’Italia li aveva abbandonati al loro destino. Ci insegnò che la reazione armata fu non un affascinante ed eroico atto di guerra, ma solo una esigenza. La sua voce esile diventava incredibilmente decisa quando ci diceva che la guerra fa schifo. La sua azione aveva proprio questo scopo. Don Gennaro di Paola, reduce delle quattro giornate di Napoli e figlio adottivo di Cercola di cui è stato anche sindaco, non era un eroe che esaltò la guerra, ma un vero scugnizzo napoletano che lottò per la pace.
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