Si fa sempre più alta la tensione tra i ristoratori in Italia e le piattaforme ‘americane’ che gestiscono le recensioni di un locale sul nostro territorio, sempre più critiche piovono sui social e non solo, perchè ‘si ha la possibilità di recensire un locale pur non essendoci mai stati, anche solo per antipatia nei riguardi del proprietario o del posto’.
(False recensioni negative e il ‘pizzo’ che i ristoratori pagano per ‘restare aperti’)
Oggi piattaforme come Google, TripAdvisor e poche altre, rivestono un ruolo centrale per ciò che concerne l’influenza sui consumatori per la scelta di un ristorante, un bar, o anche un albergo. Spesso capita di essere bersagliati dopo alcuni programmi televisivi come nel caso della ristoratrice di Mantova, che è stata sommersa dalle recensioni negative in seguito alla puntata di ‘4 Ristoranti’ per questioni di ‘antipatia’, da parte di persone che non sono mai state nel locale.
Gigi Lista, ristoratore e blogger personaggio influente dal punto di vista sociale e politico nel napoletano, è chiaramente una personalità esposta a critiche per chi non si trova d’accordo con le sue tesi, ragion per cui talvolta si ritrova recensioni negative nel suo ristorante da parte di un (non) cliente, proprio perchè c’è la possibilità di recensire un locale pur non essendoci mai stato.
“Noi ristoratori ed imprenditori – ha dichiarato Gigi in un video – chiediamo una class action a livello nazionale per definire meglio il ruolo di queste piattaforme che non hanno diritti su di noi, ci ritroviamo iscritti automaticamente a delle piattaforme molto pubblicizzate ed influenti sulle persone, senza neanche avere la possibilità di disiscriversi, e se vogliamo protestare parliamo con un robot.
C‘è gente che per divertimento con nomi falsi, insulta imprenditori e locali sicuri di non passare alcun tipo di problema, forti dietro al loro schermo senza metterci la faccia. Spesso bisogna pagare un vero e proprio ‘pizzo’ per restare in ‘positivo’ tra le recensioni, magari pagando qualcuno che crea migliaia di email false per recensire positivamente un locale, è una cosa assurda. Talvolta ci sono persone che chiedono “un amaro o lo sconto altrimenti ti faccio una recensione negativa”: è praticamente un’estorsione.
Bisogna che chi vuole lasciare una recensione, lo faccia mettendoci la faccia, e soprattutto dimostrando di essere stato al ristorante magari mediante un Qr Code, ma certamente certificando il suo utente con carta d’Identità. C’è bisogno dell’unione di tutti gli imprenditori. Basta essere succubi di queste piattaforme americane” – conclude Lista.
Ma Gigi Lista non è il solo, lo stesso Alessandro Condurro il noto imprenditore della nota pizzeria Da Michele, ha sottolineato in un suo post come le recensioni siano deleterie, specialmente in seguito al suicidio di una nota ristoratrice. “Vera o falsa che sia la recensione – scriveva il 15 gennaio – con relativa risposta, di quella povera ristoratrice trovata morta, la cosa veramente dovrebbe far pensare. Possibile che la vita valga una recensione? Che si viva nel mondo virtuale in cui il plauso vale più di tutto, della vita stessa? (…)
Insomma, effettivamente il malcontento è tanto e soprattutto per chi non si può permettere un ‘pacchetto di recensioni positive’ ogni mese, diventa sempre più difficile equilibrare. La gente che critica e commenta, specialmente per ‘antipatia’ non sa che problematiche può avere un ristoratore, un imprenditore, magari indebitato fino al collo si trova una valanga di commenti negativi che lo portano al fallimento. Va regolamentato tutto questo, il governo deve intervenire!
(False recensioni negative e il ‘pizzo’ che i ristoratori pagano per ‘restare aperti’)