di Antonio Folle
Questa mattina intorno alle 5 a via Morghen, nel quartiere collinare del Vomero, si è aperta una grossa voragine che ha inghiottito una autovettura che in quel momento transitava in strada. I ragazzi a bordo sono stati tratti in salvo e, per questa volta, non piangiamo per l’ennesima tragedia. Ma a questo punto credo sarebbe opportuno cominciare a porsi seri interrogativi. Le strade napoletane sono un colabrodo e proprio nel quartiere Vomero si stanno registrando numerosi casi di strani avvallamenti, buche, voragini e palazzi sgomberati d’improvviso per permettere verifiche statiche.
(Ennesimo sprofondamento al Vomero di chi è la colpa?)
Di chi è la colpa di quanto sta accadendo? Del Comune? Della Municipalità? Di Abc? No. La colpa di questo ennesimo disastro è dei napoletani. Parole dure, lo so, ma credo sia meglio cominciare a guardare in faccia la realtà. Da giornalista ho raccontato decine di episodi di questo tipo. Nel 2019 a via Masoni, nel quartiere Ponti Rossi, 200 persone furono sgomberate nella notte a causa di un cedimento stradale che causò problemi di staticità ad un enorme palazzone. Allora, lo ricordo bene, a seguito dell’ovvia mobilitazione della stampa cittadina – io ne scrissi per il Mattino – ci furono nobilissime dichiarazioni d’intenti da parte delle istituzioni cittadine. Ovviamente i soliti “dobbiamo dire”, “dobbiamo fare”, “faremo” e “diremo”. Passata l’attenzione mediatica tutto è tornato come prima e i napoletani, la nostra città ha il brutto difetto di avere memoria corta, se ne sono dimenticati.
Che Abc sia estremamente carente sul fronte dei controlli nel sottosuolo – il crollo di via Morghen è stato provocato da una infiltrazione d’acqua – è risaputo. Più o meno è dagli anni ‘80 che non si fa una seria manutenzione delle fogne di Napoli. Ma allora perché la colpa è dei napoletani? E’ presto detto: purtroppo i miei concittadini hanno l’abitudine pessima di votare “di pancia” o di votare l’amico, il compare o il compariello. Difficilmente si affidano a persone serie e oneste che fanno con coscienza il loro lavoro. E allora a che assistiamo? Ad una infinita sequela squallida di post dati in pasto ai social dove consiglieri, assessori, assessorini e presidenti di Municipalità ci agguallareano con i loro “grandi risultati” raggiunti sui territori. E addò stanno sti risultati se oggi, solo per un caso, non stiamo piangendo per una ennesima strage in stile Secondigliano 1996?
Premesso: non ho niente contro di lei a livello personale, anzi, stimo Clementina Cozzolino dai tempi di quando era consigliera di opposizione in V Municipalità. Ma oggi Clementina non è più la consigliera di opposizione che fa post per denunciare questo o quello, Oggi Clementina rappresenta il vertice della Municipalità (e sappiamo tutti benissimo che le Municipalità oggi non contano un cazzo, ma sono solo uffici di collocamento per consiglieri, assessorini e presidenti). Leggere post dove si “vanta” per l’installazione di una panchina è una cosa che ti fa scendere la guallera a terra ma che ti da la cifra evidente di cos’è la politica oggi e di cosa si fa – o non si fa – per il territorio. Io non me la prendo con Clementina Cozzolino: non è la sola a fare post del genere, è prassi comune ormai. Io me la prendo con quella ventina di individui che, sotto a quel post, la ringraziavano pure. Come se in un quartiere come il Vomero, alle prese con il traffico in tilt, le strade che sprofondano e i baretti che hanno invaso le zone pedonali, installare una panchina sia una gran conquista civile.
(Ennesimo sprofondamento al Vomero di chi è la colpa?)