Come ormai da tradizione trentennale, si è tenuta la manifestazione organizzata dal Movimento Neoborbonico a Gaeta dal 22 al 24 marzo, in memoria dei caduti del Risorgimento. Centinaia le presenze in questi giorni in cui associazioni meridionaliste e identitarie si sono riunite non solo per parlare del passato e ricordare la figura di Francesco II di Borbone che la chiesa ha proclamato Servo di Dio nel 2020, ma soprattutto per parlare di presente e futuro per il Sud, che sta per subire per l’ennesima volta un furto chiamato: Autonomia differenziata. Al venerdì si è tenuta la presentazione dei libri dalle due Sicilie, una rassegna dei libri dal Sud e per il Sud, a cura del prof. Gennaro De Crescenzo e del Capitano Alessandro Romano.
(A Gaeta la bandiera delle due Sicilie sventola ancora): CLICCA QUI PER IL SERVIZIO
Partendo dal Manuale di storia delle due Sicilie pubblicato dall’Editoriale il Giglio, al libro “Senza tocco di Campane” del professor Gangemi che ha spiegato come mancano all’appello circa 460 mila meridionali durante il Risorgimento, e tanti altri libri anche sull’attualità del Sud e le sue condizioni socio-economiche. Hanno aperto e chiuso l’evento gli stand presenti dei prodotti e libri dal Sud, dalla Bottega delle due Sicilie, alla fondazione il Giglio, Controcorrente e tanti altri partner meridionalisti. Dopo la cena poi un breve corso sulla lingua napoletana del prof. Davide Brandi, presidente dell’associazione I Lazzari.
La mattinata del sabato è stata caratterizzata dalla visita turistico-borbonica in giro per la città, mentre nel pomeriggio si è tenuto il grande convegno sulle due Sicilie iniziato proprio con l’inno di Paisiello con l’esecuzione musicale a cura dei ragazzi di Napulitanata. Tra gli interventi molto interessante quello del giornalista Gigi di Fiore, autore del saggio su Francesco II di Borbone, e della prof.ssa Carmela Maria Spadaro.
Molto toccante poi l’interpretazione dell’attore Gaetano Doto, che ha recitato un monologo sull’ultimo re delle due Sicilie. Nella notte un omaggio ai soldati che hanno difeso la città di Gaeta. A conclusione della tre giorni di Gaeta, dopo la Santa Messa si è tenuta l’alzabandiera sulla batteria La Favorita con “Gaeta Resiste Ancora” sul lungomare Caboto, proprio nei pressi di dove alloggiavano i sovrani del Regno, accompagnata dallo schieramento dei volontari del Primo Reggimento Re della Campania, del Battaglione Lucania di Potenza e del Reggimento Real Marina di Agrigento, con la bellissima spiegazione del Capitano Alessandro Romano, che ha fatto rivivere alle centinaia di persone presenti, i momento della ‘caduta di Gaeta’.
(A Gaeta la bandiera delle due Sicilie sventola ancora) CLICCA QUI PER IL SERVIZIO