Riportiamo un virgolettato del prof. Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico per la questione Campi Flegrei, Napoli, Campania e la colonizzazione politico-mediatica ed economica che portano avanti da 160 anni, specialmente in situazioni allarmistiche come questa.
“La Magna Grecia e la Sibilla Cumana, Enea e Virgilio, le ville e i porti romani, tufo, scavi e terme, mare e vino buono, gli architetti e le magie sui laghi, la caccia e la pesca dei Borbone, terre “culore argiento e oro” cantate da Pino Daniele, terre abitate da sempre e che sono state la culla della civiltà occidentale. In queste ore di scosse e di paure, però, già sono in piena attività i “razzisti” più o meno plateali e i giudici che hanno già emesso le loro sentenze. Lo sappiamo: è lo schema che dura da oltre 160 anni. Le catastrofi naturali del Nord prevedono solidarietà, complimenti alle popolazioni che “si rimboccano le maniche” e finanziamenti straordinari. Quelle del Sud, invece, prima ancora di scoppiare o mentre magari -come a Messina o a Ischia di recente- si raccolgono macerie e vittime, prevedono immediatamente commenti vergognosi e, di pari passo, denunce, ramanzine, paternali e lezioni di vita. E i primi “aiutano” i secondi e viceversa ed è così che funziona la questione meridionale da 160 anni.
E così sono migliaia (e tutt’altro che pochi) i commenti social di quelli che in qualsiasi altro posto del mondo sarebbero definiti e puniti come razzisti (“è la volta buona, ve lo meritate” ecc. ecc.) e gli striscioni e i cori di odio contrapposti a quelli solidali napoletani di pochi anni fa perché la differenza tra “Forza Vesuvio” e “Forza Emilia” non è una differenza goliardica ma di civiltà. E così molti scienziati sono già intervenuti per dichiarare le loro certezze sulle colpe di chi abita lì (da oltre duemila anni) tralasciando che si tratta di edifici tutt’altro che abusivi e costruiti con chili di permessi istituzionali mentre Italsider, Nato, Monteruscello, Olivetti o Accademia Aeronautica non ci risulta che siano palazzine private o abusive eppure le istituzioni le hanno costruite proprio lì.
Così molti politici sono già intervenuti per gridare che non ci saranno soldi “per chi sapeva che quella era un’area a rischio” e per un territorio oggetto di una “eccessiva antropizzazione”. E sono le parole del ministro -siciliano- Musumeci con contorno di luoghi comuni magari funzionali ai “razzisti” di cui sopra (“noi meridionali siamo scanzonati e fatalisti abituati a toccare ferro”). Non capitò, non capita e non capiterà la stessa cosa con alluvioni e terremoti padani, tra capannoni industriali abusivi e costruiti male in Emilia e intere città costruite sui fiumi in Veneto, in Liguria o in Lombardia. A questo pensiamo da anni quando parliamo di nuove classi dirigenti meridionali da formare e cambiare radicalmente mentre noi siamo sempre più schifati da tutto questo e sempre più fieri di essere Flegrei, Napoletani e Meridionali”.
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