Le materie che non richiedono l’adozione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) per l’autonomia differenziata, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione italiana, sono generalmente quelle per cui la legge non prevede l’erogazione di prestazioni uniformi su tutto il territorio nazionale. Alcune di queste materie, come ci ha ricordato il prof. Angelo Vaccariello, includono:
- Organizzazione della giustizia di pace
- Istruzione e formazione professionale
- Promozione e organizzazione di attività culturali
- Valorizzazione dei beni culturali e ambientali
- Sostegno all’innovazione per i settori produttivi
- Pianificazione del territorio e infrastrutture
- Sviluppo economico regionale
- Protezione civile e gestione delle emergenze
- Promozione del turismo
- Commercio con l’estero
- Tutela del paesaggio
- Gestione dei servizi di trasporto pubblico locale
- Politiche per l’energia, ad esclusione delle grandi reti energetiche nazionali
Le competenze che invece richiedono l’adozione dei LEP, in quanto riguardano la garanzia di prestazioni minime e uniformi su tutto il territorio nazionale, includono in particolare la sanità (già regionalizzata), l’istruzione pubblica e l’assistenza sociale. Queste materie richiedono una regolamentazione che assicuri livelli di servizio equivalenti per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla Regione di residenza. Insomma, senza LEP le regioni del Nord già potranno trattenere almeno 12 o 15 miliardi in più nelle proprie regioni e quindi non saranno più distribuiti equamente su tutto il territorio nazionale.
Intanto in uno schema abbiamo riassunto i passi dal 2001 ad oggi che hanno riguardato tutti i partiti che hanno effettivamente voluto l’Autonomia differenziata fino ad oggi:
Anno | Azione | Descrizione |
2001 | Modifica del Titolo V | La riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione ha aumentato l’autonomia delle regioni, includendo la sanità tra le competenze regionali. |
2003 | Decreto Legislativo 56/2000 | Implementazione della riforma del Titolo V, definendo il nuovo assetto finanziario delle Regioni. |
2008 | Disegno di legge Calderoli | Tentativo di definire le modalità per ottenere l’autonomia differenziata, non concretizzato. |
2017 | Referendum consultivi | Lombardia e Veneto hanno tenuto referendum consultivi per chiedere maggiore autonomia. |
2018 | Preintese con Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna | Il governo Gentiloni firma preintese con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna per avviare il processo di autonomia differenziata. |
2019 | Governo Conte I Lega-5Stelle | Proseguono i negoziati per l’autonomia differenziata, inserendo nel contratto di Governo come priorità, tra i punti, l’autonomia differenziata |
2021 | Governo Draghi | Viene ribadita l’intenzione di proseguire con il processo di autonomia differenziata. |
2022 | Governo Draghi | Inizio di nuovi negoziati con le regioni interessate, e con il monotematico De Luca chiese altre materie di gestione |
2023 | Governo Meloni | Avvio di discussioni per accelerare l’iter legislativo sull’autonomia differenziata. |
2024 | Proposta di legge quadro | Presentazione di una proposta di legge quadro per definire il processo e i criteri per l’autonomia differenziata delle regioni. Ufficialmente passa l’Autonomia differenziata |
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