Il governo cubano ha annunciato di aver sventato un piano degli Stati Uniti per destabilizzare l’isola. Apprendiamo da l’Indipendente che le autorità avevano reso noto a dicembre che un cubano residente negli USA era arrivato illegalmente a Cuba in moto d’acqua con armi, munizioni ed equipaggiamento militare, cercando di reclutare persone per fomentare la violenza.
L’investigatore capo del Ministero degli Interni, Victor Alvarez, ha concluso un’indagine di sette mesi rivelando un piano più ampio che coinvolgeva 32 residenti cubani, arrestati, e un gruppo statunitense chiamato La Nueva Nación Cubana, ancora operativo. Cuba ha informato le agenzie statunitensi, ma secondo il Ministero dell’Interno, i responsabili continuano ad agire impunemente negli USA.
Il Dipartimento di Stato americano, consapevole delle accuse, ha risposto che le forze dell’ordine USA perseguono individui secondo le leggi nazionali. Le autorità cubane hanno fornito a Reuters la confessione videoregistrata di Ardenys García, che avrebbe trasportato armi sull’isola.
Le tensioni tra Cuba e USA, storicamente complesse, persistono: dall’embargo del 1960 alla Baia dei Porci del 1961, fino alla recente decisione di Washington di mantenere L’Avana nella lista degli Stati sponsor del terrorismo, aggravando le difficoltà economiche di Cuba.
