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Crisi Idrica in Sicilia: Il silenzio e l’inazione del Governo. Prosciugato anche il terzo lago

“Per fortuna” la siccità ha colpito il Sud, “soprattutto la Sicilia”

BCC

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Ricordate quando il ministro Lollobrigida dichiarò: “Per fortuna” la siccità ha colpito il Sud, “soprattutto la Sicilia”? Bene!
La Sicilia, mai come in questo periodo, è afflitta da una devastante crisi idrica, e sta subendo una serie di gravi conseguenze ambientali e sociali, mentre il governo rimane sorprendentemente inerte di fronte al crescente disastro. L’ultimo capitolo di questa tragedia è la scomparsa del Fanaco, il terzo invaso siciliano a estinguersi dopo quelli di Pergusa e dell’Ogliastro. Questo evento segna un punto di non ritorno nella gestione delle risorse idriche dell’isola, ma la risposta delle autorità è stata più che mai sotto tono.

Il Fanaco, un tempo ricco di vita acquatica e un importante serbatoio di riserva idrica, è ora ridotto a poco più che fango e detriti. Questo non è solo un sintomo della siccità prolungata, ma anche della mancanza di misure preventive e di interventi efficaci da parte delle istituzioni competenti. Le previsioni degli esperti avevano indicato il 20 luglio come data probabile per la sua estinzione.

Le conseguenze di tale disastro non si limitano alla perdita di un lago: impattano gravemente sull’intero ecosistema locale e sulla vita di migliaia di cittadini siciliani. Mentre le grandi città come Palermo e Catania hanno storicamente sofferto di razionamenti idrici, ora anche i piccoli comuni si trovano a fronteggiare una crisi che sembra non avere fine. Il Presidente della Regione, Renato Schifani, ha riconosciuto la gravità della situazione già all’inizio dell’anno, ma le azioni concrete per affrontare questa emergenza sono rimaste in gran parte insufficienti e inefficaci.

Nel 2023, la Sicilia ha vissuto il quarto anno consecutivo di precipitazioni inferiori alla media storica, con il 2024 che si profila ancor più disastroso con una flessione del 50% rispetto all’anno precedente. I volumi d’acqua nelle dighe sono scesi drasticamente, mettendo a rischio non solo la disponibilità di acqua potabile per la popolazione, ma anche la sopravvivenza delle specie ittiche che dipendono da questi habitat.
Nonostante la gravità della situazione, il silenzio sembra essere la risposta predominante da parte delle istituzioni. Mentre la crisi climatica si intensifica, il governo non ha ancora adottato misure significative per mitigare gli effetti della siccità e garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche. La deviazione delle condutture idriche, in corso per cercare di alleviare la situazione nei comuni più colpiti, rappresenta solo un palliativo temporaneo di fronte a una crisi che richiede soluzioni strutturali e a lungo termine.

È cruciale che il governo centrale e regionale agisca immediatamente e con determinazione per affrontare questa emergenza, prima che le conseguenze diventino irreversibili, ma purtroppo sappiamo bene che sarà difficile come per qualsiasi intervento che bisogna fare per il Sud. Il tempo per le promesse vuote è finito: ora è il momento di passare all’azione concreta e di proteggere il futuro idrico della Sicilia e delle sue comunità.
Fonte: Greenme.it

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