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La Strage di Nola 21 luglio 1861 altro che unità

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Rubrica l’Indignato a cura di Giuseppe Giunto

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Come in tutti i paesi, città dell’ex Regno delle Due Sicilie l’esercito di occupazione venuto dal nord, Piemontese da sempre, ma Italiano da poco con le piume al cappello, fa sentire la sua presenza anche nel Nolano e, precisamente nella cittadina di Nola dove da sempre si sente quell’aria liberale, tanto che lo stesso Gen. Ferdinando Augusto Pinelli non se ne accorge, o fa finta.

Ma facciamo un passo indietro….

Molti sanno, oppure fanno finta di non sapere, o di non ricordare, ovviamente sui libri di storia è meglio non raccontarle certe cose altrimenti la storia sul cosiddetto risorgimento non ci fa bella figura. Nola continua ad essere teatro, di una delle pagine più nere, scritte col sangue della storia risorgimentale. Una strage che si è voluto insabbiare, quella del luglio 1861 dove persero la vita 200 persone per mano del gen. Ferdinando Augusto Pinelli. In una calda domenica di luglio il gen. Pinelli “la bestia dell’Apocalisse”, cosi veniva chiamato, è incaricato di distruggere il brigantaggio da quelle terre, la sua Colonna Mobile di Nola si sposta ogni parte nell’Agro nolano, cercando di catturare quanti più della banda La Gala. Secondo il racconto di Carlo Margolfo un bersagliere lombardo, che descrive nel suo famoso diario i fatti accaduti, racconta della ferocia del suo generale così: Domenica giorno 21 partimmo, (…) ed eravamo diretti in Avellino. Giunti in Avellino dove ci attendeva Pinelli (…) partimmo per Nola.” Il Pinelli si complimentò delle caccia fatta e di aver catturato 200 persone di cui non si conosceva nulla nemmeno il nome ma si conosceva la sorte assegnata. Per il malvagio generale quella domenica fu di “caccia” non si sa il motivo per cui quella povera gente fu rastrellata, ma si conosce bene la fucilazione avvenuta in piena piazza a Nola. Una cosa è certa, in pochi anni il distretto nolano passa da 123 mila unità a 86 mila persone. Una vera e propria “soluzione finale” in nome dell’Italia. In 200 furono fucilati in forma sommaria senza accusa per opera di Pinelli.  

Trà quei 200 innocenti c’era il figlio del Sindaco, il quale si dichiarò vero liberale, e convinto sostenitore della causa Italiana. Sempre dal diario di Margolfo, il Pinelli fece avanzare il ragazzo, dicendo: Dunque sei figlio di un sindaco quindi un galantuomo! …quindi andate da questa parte”, e dopo una trentina di passi lo fucilò alle spalle lontano dallo sventurato gruppo. Dopo il gesto dichiarò: qui non ci sono galantuomini o liberali, siete tutti Briganti !

Per rivedere lo stesso gesto, dovranno passare 84 anni, questa volta l’esercito verrà da più lontano e parlerà una lingua diversa, il Tedesco, è la Wehrmacht, e le SS (Schuztstaffeln, squadre di sicurezza).

Oggi questo Generale insignito di Medaglia d’Oro al valore militare, ha intitolate strade e piazze.

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