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Lettera al ministro di una Madre ed insegnante in Difesa delle scuole private: “La Mia Battaglia per il Futuro di mia Figlia DSA”

BCC

Silvana Gambino, madre ed insegnante di scuola primaria in Lombardia, ha scritto un libro sul bullismo subito da sua figlia, diagnosticata come DSA, non dai compagni ma dagli insegnanti che non comprendevano le sue difficoltà. Originaria della provincia di Palermo, Silvana insegna in Lombardia da otto anni, ma non si sente ben vista da alcune colleghe a causa del suo sostegno ai bambini con problematiche. Ha scritto una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione Valditara per difendere le scuole private, ringraziandole per aver aiutato sua figlia a diplomarsi dopo essere stata danneggiata dalla scuola pubblica.

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Di seguito la Lettera aperta al ministro Valditara che ci ha girato come Comunicato Stampa:
 Alla cortese attenzione del signor ministro della pubblica istruzione Valditara.

 
“Gentile Signor ministro Valditara, le scrivo perché ormai da troppo tempo sento parlare delle sue affermazioni e considerazioni riguardanti le scuole private che lei chiama diplomifici.
In realtà, i diplomifici come li chiama lei, rappresentano una fonte di salvezza per tutti quei ragazzi che si sono visti sbattere le porte in pieno viso a fronte delle loro difficoltà vissute nell’ambito della scuola pubblica, dove vige un disastro stratosferico di enormi dimensioni, normalmente sottovalutato e nascosto sotto le varie scartoffie burocratiche che vengono messe in luce per gettare fumo negli occhi a tutta la nazione.
I nostri alunni non hanno bisogno di tutto questo, i nostri giovani non sono una cattiva generazione, sono soltanto il risultato del nostro fallimento educativo. La scuola, subito dopo i genitori, ne forgia la mente, la personalità ed è responsabile della salute psicofisica di ogni individuo.
Noi siamo gli artefici del risultato raggiunto, nessun uomo o donna si può ritenere responsabile del suo progresso socio/educativo, poiché l’individuo si nutre di ciò che gli è stato trasmesso.
Signor ministro Valditara, lei invia gli ispettori nelle scuole private, per controllare eventuali anomalie ed è giusto farlo per il rispetto delle parti, affinché si rispettino le regole per una buona e sana didattica.
Però mi chiedo, come mai questi ispettori non si recano nelle scuole pubbliche?
È previsto il controllo per quest’ultime?  Probabilmente sì,  ma da insegnante le dico che non ho mai visto controlli di questo genere.
Signor ministro Valditara,  avrei voluto vederli i suoi ispettori quando la piccola Ginevra aveva sviluppato un’ansia patologica nei confronti della scuola e delle sue insegnanti, la vedevo ogni mattina piangere dalla disperazione e guardarsi intorno con aria smarrita alla ricerca di un volto amico e invece c’era la collega che la tirava per un braccio per farla entrare in classe.
Era la storia di tutte le mattine, la mamma la lasciava al bidello, la bambina cominciava a piangere, la mamma veniva invitata ad andare via, ci avrebbero pensato loro a  tranquillizzarla…dicevano…!
La sua maestra prevalente era lì ogni mattina, con il suo sguardo schifato  e sprezzante rivolto a questa piccola alunna che,  secondo il suo punto di vista, era soltanto viziata e  capricciosa.
Ebbene, quella bimba è finita in terapia psicologica, la famiglia era sconvolta per questa situazione, incontrai la mamma l’anno seguente, mi raccontò che sua figlia in quel periodo diceva di volersi  buttare giù dalla finestra, che aveva paura ad andare a scuola e preferiva morire,  che era entrata in un tunnel depressivo nonostante la sua tenera età.  E  invece di essere sostenuti dalla scuola, dalle insegnanti, percepivano il disappunto nei loro confronti, sottovalutando lo stato di salute della bambina.
La piccola non voleva restare a mensa, viveva quei momenti come una grande sofferenza,  le creava panico. I genitori avevano chiesto alla dirigente di portarla a casa per il pranzo e poi rientrare per le lezioni, ma le fu negato. Ricordo che le suggerì di farsi fare un certificato medico per far rispettare il diritto alla salute della bimba.
Avrei voluto vedere gli ispettori in quella  scuola dove incontrai il piccolo Nik che  stava otto ore in classe trattenendo i suoi bisogni fisiologici perché aveva  paura delle maestre, non aveva mai visto il bagno fino alla sua quinta elementare. Il terrore lo aveva portato a soffrire di   mutismo selettivo.
 Avrei voluto vedere i suoi ispettori quando la piccola Alessia, DSA,  crollava  per depressione scolastica grave, dopo anni di ansia, attacchi di panico, e svenimenti, dovuti ad inadempienze  e vessazioni da parte di insegnanti incompetenti.  Alessia finisce per aggravarsi fino ad avere una certificazione art.3 comma 3 per depressione.  La sua dottoressa stabilisce una didattica a domicilio per poter continuare il suo percorso scolastico, ma il dirigente le nega questa possibilità, asserendo che l’alunna non è una malata oncologica, non la ritiene adeguata alla sua scuola, invitandola a cambiare istituto.
Che dire della maestra che fece riprendere e  mangiare le banane, che le bambine avevano gettato nel cestino dell’umido?
Era il suo modo di  educarle a non buttare il cibo.
E il  maestro che faceva terrorizzare i bambini?
Ne aveva preso uno per la gola e lo aveva attaccato al muro,  in quella scuola tutti sapevano dei suoi scatti d’ira, ma questo non ha impedito la sua ascesa alle  posizioni di rilievo,  infatti è stato promosso a vicepreside.
Il piccolo Matteo invece, tenuto in una stanza della scuola per tutti i suoi cinque anni, fino in quinta. Autistico non verbale, con disturbi dell’apprendimento piuttosto importanti.
L’ho seguito per un anno, sostituendo la sua insegnante, certamente era una situazione piuttosto complessa, ma la soluzione di tenerlo isolato non rispetta le linee guida e la scuola sceglie sempre il percorso più semplice e meno costoso, ma che penalizza i fragili, caro signor ministro Valditara!
Che dire di tutti i bambini con disturbi specifici dell’apprendimento, che spesso vengono messi da parte, poiché le insegnanti hanno delle classi troppo numerose, con tantissime  situazioni difficili a cui non riescono a far fronte. Mancano i mezzi, le strutture e i materiali  sono inadeguati, manca il personale qualificato e a farne le spese sono i bambini, che rappresentano il futuro dell’umanità.
Sono i nostri figli che devono adeguarsi ad un sistema scompensato?
Poi c’è Luca, Riccardo, Francesco, Giovanni, Mattia, Serena, Gemma e tanti altri, sono i bambini fragili, ognuno per le proprie caratteristiche e  per diversi motivi, che possono essere familiari, socio/economici, disturbi dell’apprendimento e/o emotivi, di razza, di religione e culturali,  che si trovano davanti ad un muro ostile, la scuola, quella fatta di personale, spesso, inadeguato a svolgere questo importantissimo ruolo educativo.
Insegnanti che non dovrebbero assolutamente svolgere questo lavoro, poiché con la loro inesistente empatia danneggiano psicologicamente, tantissimi   piccoli alunni, ignari e inconsapevoli del danno che viene loro inferto e la violenza psicologica e verbale subita  dalla quale non possono difendersi. Tutto questo sotto agli occhi di tutto il personale scolastico e con il benestare della stessa dirigenza.
Secondo il linguaggio scuolichese, questi individui sono ritenuti competenti, professionali e preparati, poiché sono sempre pronti a creare contenuti ideali da presentare al mondo esterno, per dare un’immagine importante alla  scuola di appartenenza, creando un’idea di affidabilità.
Signor Valditara, prima cosa deve far introdurre la valutazione psicologica a tutti gli insegnanti e al personale scolastico con cadenze annuali.
Deve rivedere la funzione del dirigente, perché le scuole si sono trasformate in feudi del medioevo, con i vassalli i valvassori e i valvassini.
Vige la prepotenza, la prevaricazione, la mentalità mafiosa e non parlo del sud.
Il nonnismo, l’ autorità vessatoria e la tirannia,  chi la subisce ha  zero possibilità di difesa, poiché il sistema è corrotto fino alle viscere.
Migliaia di insegnanti costretti a soffrire nel silenzio omertoso di tutti per paura di ripercussioni lavorative.
Signor Valditara, la lista è lunga e le situazioni gravi sono molteplici, restano all’ombra dell’omertà scolastica.
Io oggi ringrazio la scuola privata, che ha portato mia figlia alla realizzazione del suo grande traguardo “il suo diploma”.
L’ha pagato molto caro questo risultato, non in termini di euro certamente, ma in salute.
La salute che aveva perso nella sua incontestabile scuola pubblica.
Il termine “salute” non è scritto per caso o dettato dall’emotività materna,  signor ministro, questo termine lo uso poiché sono le diagnosi effettuate in questi anni da personale medico ospedaliero che lo specifica.
La sua perfettissima scuola ha fallito il suo compito con mia figlia e con tutti i ragazzi che come lei, sostenuti dai genitori, proseguono il loro percorso scolastico presso le scuole private, dove vengono accolti amorevolmente e seguiti con criterio, riportandoli alla loro naturale crescita, affinché trovino il loro posto nella società che gli appartiene per diritto.
Si, il diploma nel diplomificio, dove lei mandava gli ispettori a verificare l’attendibilità dello stesso.
Salvi la scuola pubblica dallo sfracello dov’è piombata, la salvi per salvare le generazioni future.
Se in quest’ambito la politica  ha fallito,  ne riconosca la gravità  e la riporti a galla, non la lasci negli abissi del buio istituzionale in cui è crollata. È un suo dovere farlo, in nome della costituzione italiana”! 
Silvana Gambino

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