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La Repubblica Dominicana riafferma il controllo sulle risorse minerarie: torna la sovranità nazionale

BCC

La Repubblica Dominicana, storicamente legata agli interessi degli Stati Uniti nei Caraibi, ha recentemente intrapreso un passo decisivo verso l’autonomia economica con l’istituzione di una nuova società mineraria di proprietà statale. La decisione, sancita dal decreto presidenziale 453-24, è un chiaro segnale della volontà del governo dominicano di prendere in mano le redini del proprio futuro economico, sfruttando le ricchezze minerarie del Paese in modo “sostenibile e responsabile”, come ha affermato il Presidente Luis Abinader.
(La Repubblica Dominicana riafferma il controllo sulle risorse minerarie)

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Come riporta l’Indipendente Questo decreto rappresenta un momento cruciale nella storia economica della nazione, che per secoli è stata sotto l’influenza straniera. Infatti, nonostante il controllo delle risorse minerarie sia stato per lungo tempo nelle mani di multinazionali estere, il governo dominicano ha deciso di invertire la rotta, seguendo l’esempio di altri Paesi latinoamericani e africani che hanno recentemente riaffermato la propria sovranità sulle risorse naturali.

Il settore minerario nella Repubblica Dominicana ha visto un notevole incremento negli ultimi anni, con una produzione economica che nel 2020 ha superato i 1,5 miliardi di dollari, rappresentando una fetta importante del PIL nazionale e delle esportazioni. Tuttavia, il contributo alle entrate statali è rimasto limitato, un’anomalia che il governo intende correggere attraverso questa nuova iniziativa. Tra le risorse più significative del Paese vi è la miniera d’oro di Pueblo Viejo, gestita da Barrick Gold, che produce circa 15 tonnellate di oro all’anno, una delle principali fonti di ricchezza del Paese.

La creazione di una società mineraria statale si inserisce in un più ampio contesto globale di nazionalizzazione delle risorse. Dal Cile, che ha preso il controllo delle sue immense riserve di litio, al Messico, che ha creato una società statale per la gestione del litio, fino allo Zimbabwe, che ha vietato le esportazioni di litio per favorire lo sviluppo di un’industria nazionale, sono molti i Paesi che stanno riaffermando il controllo sulle proprie risorse naturali. La Repubblica Dominicana, con la sua nuova società statale, intende seguire questa tendenza, garantendo che i benefici derivanti dallo sfruttamento minerario rimangano nel Paese, contribuendo così al progresso economico e sociale della nazione.

In particolare, la nuova società avrà il compito di gestire la riserva mineraria di Avila, nella provincia di Pedernales, al confine con Haiti, una regione dichiarata area di esplorazione per terre rare. Questo progetto potrebbe rappresentare una svolta non solo per l’economia dominicana, ma anche per il ruolo del Paese nello scacchiere geopolitico globale, dove le terre rare sono sempre più strategiche. Con questa mossa, la Repubblica Dominicana non solo si unisce al crescente gruppo di nazioni che stanno riconquistando il controllo delle proprie risorse, ma invia anche un chiaro messaggio al mondo: il futuro economico del Paese sarà deciso a Santo Domingo, e non altrove.

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