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SOS piazza Garibaldi, la casbah della stazione centrale continua a mietere vittime tra i turisti. La politica inesistente

BCC

di Antonio Folle
In Italia, a differenza della gran parte dei paesi europei, le aree cittadine che ospitano le stazioni centrali sono a tutti gli effetti delle aree extraterritoriali dove vige la legge della giungla e dove è impossibile fermarsi senza rischiare di essere scippati o rapinati. Basti pensare all’area della stazione centrale di Milano, dove le forze dell’ordine devono muoversi “in gruppo” per cercare di contrastare il predominio delle bande di extracomunitari che spacciano qualsiasi tipo di sostanza a qualsiasi ora del giorno. O alla stazione Termini di Roma, dove imperversano bande di rom pronte a rubare borse, valigie e portafogli alla minima distrazione. L’area della stazione centrale di Napoli, purtroppo, non fa eccezione. Sono anni che giornalisti, cittadini attivi, residenti ed associazioni civiche denunciano il degrado che si registra nella principale porta d’accesso della città. Ovviamente senza risposta da parte delle istituzioni. E così ogni giorno – nei fine settimana il fenomeno aumenta esponenzialmente – si registra un vero e proprio bollettino di guerra fatto di risse tra extracomunitari, accoltellamenti, omicidi – l’ultimo nelle scorse ore – presenza di mercatali abusivi che rivendono monnezza e turisti derubati alla piena luce del sole.
(SOS piazza Garibaldi la casbah della stazione centrale)

L’ultimo episodio in ordine di tempo lo ha raccontato Alfredo di Domenico, l’attivista conosciuto negli scorsi anni col nome di “Bukaman”, che ha documentato praticamente in diretta il furto con destrezza perpetrato ai danni di una turista che, dopo essersi accorta di essere stata derubata, non ha potuto far altro che mettersi a piangere sconsolata. «La presenza dei “venditori” e della loro mercanzia aveva praticamente impegnato quasi l’intero marciapiede – racconta di Domenico – infatti soltanto uno stretto corridoio poteva essere utilizzato dai turisti e dai cittadini per potersi muovere da un punto all’altro della grande piazza. La calca che, inevitabilmente, si era creata agevolava le squadrette di borseggiatori che miravano soprattutto ai turisti con lo zainetto dietro le spalle. Una ragazza, vittima anch’essa del borseggio, piangendo mi ha chiesto di aiutarla, ho chiamato immediatamente al 113 e ho aspettato, facendole compagnia, fino all’arrivo degli agenti. Ma in quei interminabili minuti in attesa della pattuglia ho assistito almeno ad altri tre tentativi di borseggio, sempre con la stessa tecnica: il primo borseggiatore apre la zip dello zainetto, tira fuori il portafoglio e lo consegna subito al secondo complice nel frattempo che il terzo fa da palo ed interviene per sedare eventuali reazioni della vittima. Il tutto in pieno giorno, alla luce del sole, ma senza nessun presidio delle forze dell’ordine. Per la verità per due volte si è avvicinata la camionetta dei militari strade sicure, ma ha proseguito come se nulla stesse succedendo».

E questo accade praticamente a ciclo continuo in tutte le grandi città d’Italia. Una vera e propria “industria” del borseggio sotto agli occhi impotenti delle forze dell’ordine. Anzi, di tanto in tanto arrivano notizie di vigili urbani malmenati dagli extracomunitari che ormai si sono impossessati della piazza. I numerosissimi campanelli d’allarme scattati negli scorsi anni – il fenomeno ha incominciato a intensificarsi già all’epoca di de Magistris – non sono bastati a dare una svegliata alla politica cittadina che si riempie la bocca di turismo e accoglienza ma che, a conti fatti, lascia allo sbando una piazza nella quale la legge e la legalità non sembrano essere più di casa. Ogni tanto si ipotizza che con l’affidamento ai privati della piazza si possano risolvere i problemi di vivibilità. Ma ad oggi, annunci a parte, la quotidianità di piazza della Ferrovia (oggi piazza Garibaldi) continua a parlare di degrado, abbandono e disinteresse istituzionale a tutti i livelli.

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