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Insorgere: una filosofia di vita olistica

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Rubrica: MetaLista
(Siamo l’oriente d’Occidente, il sud del nord; il Mediterraneo, per definizione, è un mare tra le terre, senza mai farsi ingabbiare o pacificare come un lago senza vie d’uscita). “Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro.” — Nietzsche.

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Da giovanissimo, quando ero un ragazzino, mi sono sempre ripromesso, giurato, di non diventare mai come i loschi figuri che odiavo e che, per qualche oscuro motivo, affollavano la mia vita. Nel mio dialogo interiore ho cercato sempre di rifuggire dagli istinti più bassi, quelli predatori, di prevaricazione. Ho sempre rifuggito, o quasi, il piacere di dominare il vinto, fosse anche solo in una partitella di calcio. Nella vittoria o nell’esultanza, mi guardavo bene dal provocare dispiacere nello sconfitto.
Un giorno giurai di difendere chi non poteva farlo, e non so perché lo feci. Forse perché mi resi conto che dentro di me questa vocazione esisteva, come una chiamata, un qualcosa che mi ha sempre risuonato. Fare il bene ha sempre tirato fuori le energie più belle che ho dentro. Certo, potrei raccontare anche tanti aneddoti in cui la mia vigliaccheria ha avuto il sopravvento, momenti in cui non mi sono fatto trovare pronto a onorare quel giuramento con me stesso. Quei momenti terribili hanno turbato il mio dialogo interiore e, con difficoltà, mi sono perdonato. Errori che, con il tempo, affinando le mie tecniche di azione, reazione e pensiero, ho superato, affrontando molti dei miei limiti, limiti che si possono ripresentare o evolvere in nuove sfide.
Eppure, più cerco di migliorarmi, più cresco e divento forte, e più un dubbio angosciante mi assale. La paura di questo dubbio mi divora: temo, a questo punto, di aver compreso che più cresco, più l’ombra che si allunga dietro di me si fa alta, come una coda spaventosa che mi perseguita. Mi ricorda che il bene e il male, in fondo, non possono essere sconfitti. I gradi di perfezionamento sono, in realtà, processi di auto-mostrificazione. La ricerca ossessiva del proprio miglioramento personale o della propria evoluzione spirituale non di rado sfocia in una disumanizzazione della propria sfera emotiva, costruendo una nuova e più forte dipendenza emozionale, uno stato di apatia che crea l’illusione del controllo emotivo e sentimentale ma che, in realtà, è l’opposto: crea la dipendenza dal distacco emotivo, che è esso stesso un’emozione. Questo rende aridi e incapaci di empatizzare con chi vive questo potente inganno.
L’ordine e il caos sono due facce della stessa medaglia: l’uno esiste grazie al suo opposto e viceversa. I limiti sono i nostri maestri perché ci costringono ad affrontarli, ma non possono essere sconfitti, solo armonizzati. Certo, gli angoli vanno smussati, ma è nel buio che la luce brilla più luminosa, ed è nella comprensione di questo che possiamo cogliere il quadro completo della nostra complessità. Siamo un sistema binario che possiamo piegare a nostro piacimento, creando curve, modellando questo sistema, ma senza mai poterlo spezzare. È una regola cosmica, fisica e metafisica.

Pertanto, analizzare il nemico politico, o il nemico in generale, e combatterlo può farvi diventare, senza che ve ne accorgiate, uguali o simili a chi pensate di combattere. Perché, in fondo, se la dimensione di questo nemico esiste ed opera nei vostri confronti, è solo perché voi lo riconoscete, e una parte di voi gli permette di avere potere su di voi. Nella tentazione dell’agire materiale, e ancor più nel reagire, dimentichereste che all’esterno state combattendo una piccola guerra, ma la grande guerra è quella che dovrete affrontare, prima o poi, dentro di voi.
Riuscire a decifrare il nemico dentro di noi è il primo vero passo per incontrarlo in una battaglia reale. Solo allora vi sarete aperti la prima porta per poterlo veramente sconfiggere.

Il potere non è mai univoco, non esistono padroni assoluti, né schiavi senza speranza. Il libero arbitrio è la dimensione del potere, la più dolorosa, ma anche l’unica che apre uno spazio di azione reale. Che quest’azione sia fisica o metafisica poco importa: ciò che conta è la scelta. Avere il coraggio di esercitare il potere della scelta è tutt’altro che facile. In primis, significa avere una coscienza viva, capace di discernimento; poi, avere il controllo degli istinti che offuscano le scelte lucide, perché, a volte, anzi spesso, le scelte lucide sono atroci. Il timore, la paura, l’ansia emergono per bloccare l’azione. Ma se si ha il dominio sull’istinto e si sviluppa una coscienza viva, determinando con coraggio la propria scelta, niente e nessuno — di questo o di qualsiasi altro mondo, spazio, tempo o dimensione — potrà fermarvi. Ma tenete bene a mente che le scelte non appartengono ai desideri, bensì alle opportunità che riusciamo a vedere e mettere in atto.

In pratica, spesso nel mondo antisistema o identitario ci si spreca nell’analizzare l’avversario. Chi lo fa inconsapevolmente lo usa per definire la propria parte, il proprio sé, il proprio gruppo di appartenenza. Occuparsi dell’analisi del complotto, della cospirazione o del dominio assoluto che una certa élite esercita sul mondo non aiuterà minimamente a sconfiggere quella parte che si sfida, ma costruirà soltanto una gabbia dalla quale sarà difficile uscire. Definire l’altra parte significa cominciare a formare la propria, in un gioco di specchi che non solo non servirà a sconfiggere nessuno, ma impedirà anche di avere la possibilità di batterti.
Certo, studiare serve, è importante comprendere i paradigmi di un sistema verticistico che trasforma il disvalore in valore, che usa la pace per fare violenza, i diritti per appiopparti doveri e la libertà per rendere schiavo chiunque, stuprato la natura in nome dell’ecologia ma quello che deve essere compreso, carpito, capito è che questo non deve mai e poi mai condizionare la tua vita, il tuo percorso interiore, la tua autocoscienza, l’ossessionarsi sul “nemico” significa asservire le proprie preziose energie vitali a chi vampiricamente sfrutta queste pericolose ingenuità per nutrire proprio il potere che credete di combattere. La più terribile dichiarazione di guerra è iniziare il proprio percorso interiore scevro da questi condizionamenti mentali e dalle trappole ossessive, questo significa proprio sottrarsi dal divenire la preda dell’avversario non dando più punti di riferimento non comportandosi proprio come questo sistema si aspetta che un oppositore sia, invece trovare le definizioni di sé stesso nel proprio viaggio interiore, comportarsi seguendo il proprio cuore e non la convenienza o la soddisfazione non dando alcun punto cardinale, permettendoti di conoscersi senza alcun ansia da prestazione, l’arma della scelta significa non farsi scegliere, definirsi significa non farsi definire, scegliere di conoscersi è il campo di battaglia, un umano consapevole non è manipolabile, sceglierà ciò che è più giusto e non ciò che più gli serve, immaginatevi una e più comunità che aumentano la propria capacità di autodeterminare la proprio coscienza, scelta, significherebbe essere liberi, in quel preciso momento la dittatura è finita, battuta, le piramidi crollano rovinosamente e coloro che si sono nutriti sul sistema di umani che alienano altri umani non avranno più il loro nutrimento e senza quello costoro non hanno più potere, l’attimo dopo che sarete padroni della scelta è quindi liberi di fare e non fare e la riconoscerete sempre come azione il capitalismo crollerà, il mercato si annichilirà, quelli che oggi immaginate come padroni saranno gli unici a rimanere schiavi delle loro dipendenze energetiche e materiali, servi della loro avidità e dalla mania del controllo che li avrà finiti per essere essi stessi controllati dalla loro boria e smania di dominio e come in una matriosca all’incontrario scopriremo che al di là del bene e del male ad ogni gabbia che rompiamo un’altra più grande si palesa davanti ai nostri occhi in un continuo e perpetuo processo cicli e ricicli di morte e rinascita, che forse trova il senso solo nella crescita esperienziale e di capacità di percezione ed elaborazione del tutto portando il nostro grado di consapevolezza a sfidare le regole della dimensione dello spazio e del tempo comprendendo che come in alto, così in basso e viceversa conta solo ciò che significa per te e quanto quel significato sia l’estratto, il distillato della tua capacità di percepire senza i condizionamenti. Buona lotta. Insorgere è ritornare a splendere.

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