Nell’epoca contemporanea, dove il dinamismo tecnologico e sociale dovrebbe offrire nuove possibilità e prospettive, i giovani sembrano affrontare una crisi di incertezza e disillusione senza precedenti. Umberto Galimberti, celebre filosofo e saggista italiano, coglie il cuore di questo disagio in un’analisi lucida e spietata: i giovani, tra i 15 e i 30 anni, possiedono un potenziale straordinario, sia sessuale che creativo, ma il mondo che li circonda sembra incapace di valorizzarlo e di dargli una direzione concreta.
(Il Futuro Negato)
Galimberti cita esempi emblematici come Einstein, Leopardi, e le grandi aziende della Silicon Valley, tutte nate dal genio e dall’energia di giovani menti. Tuttavia, sottolinea anche la grande contraddizione del nostro tempo: mentre il passato offriva opportunità concrete e premiazioni immediate per chi aveva talento e determinazione, oggi si prospettano solo contratti a progetto, instabilità economica e un futuro sempre più sfuggente.
Questa condizione non solo toglie la speranza di costruire una carriera solida, ma priva anche i giovani della motivazione necessaria per investire su sé stessi e sulla propria formazione. Come afferma Galimberti, il messaggio che viene loro trasmesso è che studiare filosofia, o qualunque altra disciplina umanistica, equivale quasi a condannarsi a un’occupazione precaria o inesistente. Il futuro, una volta sinonimo di promesse e possibilità, diventa una minaccia o, nel migliore dei casi, un’incognita.
La riflessione di Galimberti invita a una profonda autocritica da parte delle generazioni più adulte, che spesso si rivolgono ai giovani con frasi nostalgiche come “ai miei tempi”, dimenticando che i loro tempi erano più generosi e offrivano reali opportunità di crescita e affermazione. Oggi, invece, quella stessa generosità sembra essere venuta meno, sostituita da un sistema che fatica a garantire stabilità e un riconoscimento concreto del valore giovanile.
Alla luce di queste considerazioni, emerge un interrogativo cruciale: come possiamo aspettarci che i giovani trovino la motivazione per studiare, lavorare e impegnarsi, se il futuro non è più una promessa, ma un’incertezza che li costringe a mettere in dubbio il senso stesso della loro esistenza? La società odierna è chiamata a rispondere a questa sfida, offrendo ai giovani non solo speranza, ma anche le condizioni concrete per realizzare il loro potenziale e costruire un domani degno di essere vissuto.
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