Rubrica LIBERA “Riflessioni di un Napoletano in Brasile” con Paolo Fiore
Forse è grazie al talento e alla perseveranza di Amerigo Vespucci, che approdò sulla costa brasiliana già nel 1499, un anno prima della scoperta ufficiale di Cabral, o all’eroismo di un piccolo esercito napoletano, guidato dal valoroso Sanfelice, che a metà del 1600 combatté con astuzia e coraggio tipicamente napoletani per la libertà del Brasile, sconfiggendo le forze olandesi di Maurizio di Nassau, dieci volte più numerose. Quest’ultimo fu sconfitto e fuggì ignominiosamente, sotto la copertura della notte, da Bahia. Qualunque sia stato il legame iniziale, le affinità tra Napoli e Natal (capitale del nord-est brasiliano) sono ben più profonde e antiche rispetto alle semplici emozioni calcistiche o al fascino scintillante del Carnevale. Due città che si somigliano per molti aspetti: entrambe si affacciano sul mare e vantano una grande vocazione turistica, folcloristica e musicale.
Con le loro contaminazioni linguistiche, etniche e artistiche, Napoli e Natal rappresentano la pura espressione di una miscela di contraddizioni multiculturali e multietniche. Sono città di mare, porti sempre aperti all’accoglienza di culture e identità diverse. Napoli, nata e cresciuta all’ombra del Vesuvio, è al contempo croce e delizia della sua gente. Dominata e dominante, è una terra spesso maltrattata dalla storia e dalla violenza, ma capace di reinventarsi, giorno dopo giorno, nel rispetto profondo delle tradizioni che fanno parte del suo DNA. Una terra di creatività, con le sue feste, la sua musica, la sua storia, il suo popolo, i suoi musei e le sue bellezze naturali, che la rendono una delle capitali più visitate d’Italia e del mondo. Dall’altra parte, Natal, con il suo passato coloniale e le sue forti tradizioni precolombiane, è una destinazione del turismo mondiale. Anche lei, come Napoli, ha saputo reinterpretarsi e valorizzare l’eredità culturale lasciata dalle occupazioni europee e dalle fortissime influenze africane.
Le due città sono illuminate dal sole, colme di allegria, e portano con sé una voglia di vivere e sognare. Somiglianze e sintonia si riflettono nelle feste e nelle celebrazioni: dal fasto del Carnevale ai carri allegorici, fino ai fuochi d’artificio. Entrambe sono città d’arte, che emanano cultura in ogni angolo, strada e casa. La musica, il ritmo frenetico della tarantella napoletana e del forró o del frevo nordestino, sono solo alcuni dei punti di contatto tra queste due civiltà, così distanti geograficamente, ma culturalmente vicine. Sono veri e propri “nidi” di musicisti che hanno fatto delle influenze africane la base per creare frasi musicali e ritmi praticamente simili.
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Napoli e Natal: un legame profondo