Di Alessandro Casillo
Il centrocampista della Juventus, Douglas Luiz, è stato vittima di un furto nella sua abitazione torinese. I ladri, approfittando dell’assenza del calciatore, impegnato con la squadra, hanno sottratto oggetti di valore per un totale di circa mezzo milione di euro. Tra i beni trafugati si annoverano gioielli, orologi di lusso e altri preziosi. L’episodio ha colpito l’opinione pubblica, ma l’attenzione mediatica sul furto sembra essere stata relativamente contenuta, concentrandosi principalmente sugli aspetti economici e materiali della perdita subita dal calciatore. Il caso di Douglas Luiz segue una lunga lista di furti che hanno colpito celebrità e sportivi di alto profilo, ma, nonostante la portata economica del danno, la notizia è stata trattata con toni misurati, senza alimentare polemiche o pregiudizi specifici verso il contesto in cui il furto è avvenuto.
Il furto dell’orologio di Neres a Napoli: il diverso trattamento mediatico.
Facendo un confronto con un altro episodio simile, si può ricordare il furto subito dal calciatore brasiliano David Neres a Napoli, cui fu sottratto un costoso orologio in pieno centro. In quel caso, la notizia fu ampiamente diffusa, ma con toni decisamente più accusatori e colpevolisti nei confronti della città di Napoli. I media nazionali non esitarono a collegare l’episodio a una narrativa di criminalità diffusa, sottolineando il “pericolo” che la città rappresenterebbe per turisti e celebrità. La vicenda fu utilizzata per alimentare il vecchio stereotipo di una Napoli legata indissolubilmente al crimine, quasi come se il furto fosse inevitabile data la “natura” della città stessa. Al contrario, il furto ai danni di Douglas Luiz a Torino non ha scatenato lo stesso tipo di polemiche, né si è assistito a una stigmatizzazione della città o dei suoi abitanti. La notizia è stata trattata come un comune fatto di cronaca, senza i toni sensazionalistici che spesso accompagnano episodi simili a Napoli.
La presa di distanza dei napoletani dai crimini e la questione degli stereotipi. La differenza nel trattamento mediatico di questi due furti evidenzia un profondo pregiudizio che ancora esiste verso Napoli e il Sud Italia. Mentre a Torino il furto è stato visto come un episodio isolato e privo di implicazioni più ampie, a Napoli si tende a inquadrare crimini simili come espressioni della criminalità endemica della città, creando una narrativa distorta e ingiusta. La popolazione napoletana, tuttavia, ha da tempo preso le distanze da questi atti criminali. I napoletani sono consapevoli che la loro città soffre di problemi strutturali legati alla criminalità, ma allo stesso tempo rivendicano con orgoglio una cultura fatta di accoglienza, creatività e resilienza. Episodi come il furto a Neres non rappresentano la quotidianità della città, né definiscono l’essenza di Napoli o dei suoi cittadini. Anzi, vi è una chiara volontà di disassociarsi da queste azioni, considerate atti isolati di individui che non rappresentano la maggioranza della popolazione.
In definitiva, il confronto tra il furto a Torino e quello a Napoli non fa che mettere in luce l’ipocrisia mediatica e il diverso trattamento riservato a episodi simili in base al contesto geografico. Mentre a Torino il furto di Douglas Luiz è stato trattato come un semplice fatto di cronaca, a Napoli episodi del genere diventano immediatamente parte di una narrazione negativa, che penalizza ingiustamente l’immagine della città e dei suoi abitanti.
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Furto nell’appartamento di Douglas Luiz: un colpo da mezzo milione di euro a Torino.