di Alessandro Casillo
Negli ultimi giorni, Roberto Saviano ha espresso dure parole sulla situazione di Napoli, in seguito a un tragico episodio che ha coinvolto un giovane napoletano, colpito in uno scontro armato. Come spesso accade, Saviano ha puntato il dito contro la camorra, dipingendo un quadro in cui la criminalità organizzata sembra essere una presenza invasiva e incontrollabile, capace di infiltrarsi in ogni ambito della società, persino nel settore del turismo. La sua denuncia ha suscitato polemiche e malcontento, specialmente quando ha affermato che molte delle attività turistiche in città, come bed & breakfast e ristoranti, sarebbero strumenti per il riciclaggio di denaro e che la tranquillità dei quartieri è garantita dalla camorra per tutelare i propri interessi economici.
Un ritratto fedele o una distorsione?
Se è vero che la camorra rappresenta un cancro che mina le fondamenta della legalità e del benessere sociale, dipingere il turismo come un settore dominato da logiche criminali non fa giustizia agli sforzi e al lavoro di una città che, nel corso degli anni, ha fatto della rinascita culturale e turistica un proprio vanto. Affermare che la camorra si sia inserita nel turismo napoletano può sembrare riduttivo, se non offensivo, verso i cittadini e i professionisti che hanno investito risorse, tempo ed energie per trasformare Napoli in una delle mete più ambite e amate del Mondo. Al contrario di quanto suggerito da Saviano, il turismo napoletano è frutto di una risposta collettiva, civile e professionale, alla criminalità. Negli ultimi anni, associazioni, enti locali e cittadini hanno collaborato per ridare lustro a luoghi storici dimenticati, riaprendo spazi culturali e creando percorsi turistici che valorizzano l’immenso patrimonio storico e artistico della città. Molti napoletani hanno deciso di rimanere o di tornare per contribuire a questa rinascita, dimostrando un attaccamento al territorio e un impegno che difficilmente potrebbero essere accostati a fenomeni di criminalità. Numerosi bed & breakfast, ristoranti e piccoli esercizi sono gestiti da imprenditori locali che hanno fatto del turismo la loro missione. Questi imprenditori rappresentano non solo un motore economico per la città, ma anche un simbolo di resistenza civile e ripudio della camorra. Si tratta di un turismo che nasce dal basso, dal popolo napoletano che con fatica, impegno e dedizione ha saputo trasformare un territorio complesso in un luogo di accoglienza e di condivisione. La tranquillità e la sicurezza che si respirano oggi in molti quartieri di Napoli non sono il frutto di accordi con la criminalità, ma della volontà collettiva di restituire alla città la dignità e il rispetto che merita.
In molte aree di Napoli, la rinascita non è stata guidata dalla criminalità, ma dall’impegno costante di associazioni e cittadini che hanno scelto di non arrendersi al degrado e all’abbandono. Si pensi al rinnovamento dei Decumani, ai progetti di riqualificazione del Rione Sanità, alla rinascita di San Gregorio Armeno e di Spaccanapoli, solo per citare alcune delle tante iniziative che hanno ridato vita a luoghi un tempo trascurati. Tali iniziative dimostrano come il turismo a Napoli non sia un’arma nelle mani della camorra, bensì un’opportunità che la città ha saputo cogliere per riscattarsi e valorizzarsi. Grazie a guide locali, tour operator e progetti di valorizzazione culturale, il patrimonio storico e artistico di Napoli è stato riscoperto e condiviso con i visitatori di tutto il mondo, attirando un turismo sostenibile e consapevole che desidera scoprire il vero volto della città.
Le dichiarazioni di Saviano, rischiano di minare gli sforzi di una comunità che da anni si batte per affrancarsi dall’immagine di una città oppressa dalla camorra. Napoli è, come tutte le metropoli, un luogo complesso e articolato, in cui convivono luci e ombre.
Tuttavia, generalizzare e dipingere il settore turistico come un “business della camorra” rischia di screditare il lavoro onesto di centinaia di operatori e di cittadini che, con sacrificio e passione, contribuiscono ogni giorno alla crescita della città. In conclusione, se è giusto e necessario denunciare ogni infiltrazione criminale, lo è altrettanto distinguere tra la realtà della criminalità e quella di un turismo che è, al contrario, un baluardo di legalità e un simbolo di rinascita. Napoli è oggi una città viva, accogliente e culturalmente ricca grazie all’impegno di coloro che, lontani dalle logiche criminali, hanno scelto di costruire un futuro diverso. Il turismo a Napoli non è uno strumento della camorra, ma una risposta collettiva che, giorno dopo giorno, afferma la volontà dei napoletani di prendere le distanze da un passato oscuro e di abbracciare una nuova identità di città aperta e solidale.