In un risultato che echeggia la sua sorprendente ascesa del 2016, Donald Trump è ufficialmente il 47esimo Presidente degli Stati Uniti. Una vittoria definita da molti come “inevitabile” ha coronato il cammino del tycoon di New York, portando i repubblicani a una posizione dominante sia al Senato che alla Camera dei Rappresentanti. “Abbiamo fatto la storia”, ha proclamato Trump di fronte ai suoi sostenitori a West Palm Beach, ricevendo applausi fragorosi e cori patriottici di “USA, USA”. La conferma della sua elezione, riportata inizialmente da Fox News con 277 grandi elettori, è stata gradualmente avallata dalle principali emittenti, incluso il prudente bollettino dell’Associated Press, che lo ha pre-assegnato a 267 voti. Questo trionfo elettorale, avvenuto nei seggi chiusi nelle prime ore italiane, si configura come una vera e propria presa del potere repubblicano, con una mappa elettorale tinta di rosso.
Finalmente si potrebbero aprire scenari nuovi, rispetto alla politica perseguita negli ultimi 4 anni di Biden ed Harris.
Il cammino di Trump verso la vittoria è passato attraverso gli stati chiave che hanno spinto il suo primo successo: Pennsylvania, Georgia e North Carolina. Con 19, 16 e 16 grandi elettori rispettivamente, questi stati sono stati dichiarati suoi già durante le prime ore della conta, sottolineando la capacità del tycoon di riprendersi regioni cruciali. Gli altri swing state come Wisconsin e Michigan, storicamente ambiti, sembrano confermare la tendenza favorevole, con Fox News pronta ad assegnare il Wisconsin ai repubblicani.
La notizia della vittoria di Trump ha suscitato reazioni immediate dai leader mondiali: il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno subito trasmesso i loro messaggi di congratulazioni. Tuttavia, l’urgenza di Joe Biden di approvare un pacchetto di 6 miliardi di dollari per l’Ucraina, prima dell’insediamento di Trump, mette in evidenza le tensioni e le sfide che l’amministrazione entrante dovrà affrontare, soprattutto in termini di politica estera e di assistenza militare.
La presidenza Trump, a distanza di quattro anni dal suo ultimo mandato, promette di riprendere in mano una visione conservatrice forte, portando avanti politiche basate sul nazionalismo economico e una linea dura in politica estera. Con il controllo del Congresso, la sua amministrazione avrà una notevole libertà di manovra per portare avanti un’agenda che molti analisti vedono come una continuazione e intensificazione della sua presidenza precedente. Il ritorno di Trump al vertice della politica americana apre dunque un nuovo capitolo di sfide e opportunità per il Paese, destinato a far discutere non solo negli Stati Uniti, ma anche sullo scenario internazionale.
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Donald Trump di nuovo alla Casa Bianca: la storia si ripete con la 47esima presidenza repubblicana