L’Europa sembra vivere un momento di crescente tensione e preparazione militare che riporta alla mente scenari della Guerra Fredda, e la Germania, con la sua storica cautela nei confronti delle politiche di difesa, non è esente da questa nuova corsa al riarmo. Nonostante la crisi politica che scuote il governo del Cancelliere Olaf Scholz, alle prese con una maggioranza in bilico e probabili elezioni anticipate, l’esecutivo ha deciso di procedere con un piano che rappresenta un significativo cambiamento di rotta: la reintroduzione di un servizio militare nazionale.
Questa scelta di rinforzare le capacità difensive tedesche giunge in un contesto europeo segnato da un aumento della percezione di minaccia, alimentata da conflitti alle porte del continente e dalle tensioni geopolitiche globali. La Germania, tradizionalmente associata a una politica estera prudente, si prepara così a creare una riserva militare capace di supportare le forze armate professionali, introducendo un sistema che obbliga i giovani diciottenni di sesso maschile a compilare un questionario digitale come primo passo verso la possibile chiamata in servizio.
Il ritorno del servizio militare, sospeso nel 2011 insieme all’opzione di leva civile, ha acceso dibattiti intensi e divisioni interne al governo. Dopo mediazioni politiche, si è optato per un compromesso: l’obbligatorietà per i giovani uomini di partecipare a questa fase iniziale, mentre per le donne è prevista solo una partecipazione volontaria. Questo equilibrio tra obbligatorietà e scelta libera rappresenta una sintesi tra le esigenze di sicurezza nazionale e le libertà personali, in un momento in cui il paese cerca di mantenere la stabilità politica.
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Ma la Bundeswehr, per raggiungere i suoi obiettivi e rafforzare la sua capacità operativa, dovrà convincere i giovani non solo con l’idea di patriottismo ma anche con incentivi concreti, che competano con le opportunità del mercato del lavoro civile. L’obiettivo è chiaro: reclutare ogni anno almeno diecimila nuove leve, incrementando una riserva che oggi conta circa sessantamila unità addestrate. La sfida è duplice: migliorare le condizioni economiche e il supporto per attrarre un maggior numero di candidati e consolidare una forza difensiva che risponda alle esigenze di un’Europa sempre più tesa.
Il quadro generale rivela una realtà in cui gli Stati europei stanno investendo miliardi per potenziare le proprie capacità difensive, spinte dalla percezione di un contesto di sicurezza in rapido deterioramento. Il rafforzamento militare non è solo una risposta agli eventi attuali, ma anche una dichiarazione sulla direzione che l’Europa intende prendere in un’epoca di crescente instabilità globale. La Germania, con il suo piano, dimostra che le priorità di difesa stanno diventando sempre più centrali, nonostante le turbolenze interne.
la Germania torna al servizio militare obbligatorio