di Giuseppe Giunto. Rubrica: l’indignato
Ancora nessuno ha trovato parole esaurienti per descrivere la bellezza e la magnificenza di quello che è il Teatro San Carlo; simbolo di una Napoli che rimarca il suo status di grande capitale europea e che tutt’oggi mantiene un fascino senza eguali. Snobbato dai giornali, e media Nazionali per altri teatri con minore importanza e nati dopo, forse preferiti per una posizione geografica più comoda per un giornalista del nord. Eppure quando si parla di prime teatrali si dovrebbe subito parlare del più antico Teatro lirico del Mondo ancora in attività, il San Carlo di Napoli, invece forse anche per pubblicità si nomina sempre un teatro di Milano venuto dopo e con minore prestigio. Il Massimo Partenopeo è situato nel cuore della città di Napoli, circondato dai monumenti e dai luoghi più importanti e di maggior richiamo turistico: tra piazza del Plebiscito, piazza Trieste e Trento, via Toledo, il Palazzo Reale, la Galleria Umberto e il Maschio Angioino. Non è un caso che il teatro porti il nome di Carlo, il re desiderava per la sua città un luogo che rappresentasse le arti. Carlo di Borbone desiderava per la città un teatro che rappresentasse il potere regio, e affidò il progetto all’architetto Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere spagnolo di stanza a Napoli, e ad Angelo Carasale, già direttore del San Bartolomeo. Il teatro fu costruito in soli otto mesi, con un costo complessivo di 75 mila ducati. IlTeatro San Carlo di Napoli fu costruito nel 1737, inaugurato 44 anni prima della Scala di Milano e 58 anni prima della Fenice di Venezia, motivo per cui rappresenta oggi il più antico teatro d’opera in Europa e nel Mondo, e tra i più capienti in Italia. La struttura può ospitare un pubblico di quasi 3000 persone, ha un palcoscenico di più di 30 metri. Ma chissà perché conta chi è venuto dopo…ma andiamo avanti!
Il San Carlo fu inaugurato la sera del 4 novembre 1737, giorno di San Carlo, con l’Achille in Sciro di Pietro Metastasio. Nella notte del 13 febbraio del 1816 un incendio devasta il teatro, l’architetto toscano Antonio Niccolini non solo conserva l’impianto a ferro di cavallo, e la configurazione del boccascena, ma nell’arco di nove mesi di lavori, riesce a ricostruire il teatro e a riprendere anche la sala del 1812. Il Massimo napoletano viene inaugurato nuovamente il 12 gennaio 1817.
Lo scrittore Stendhal, presente all’inaugurazione scrisse:
Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!’
Il Teatro di San Carlo è fulcro dell’opera lirica e del balletto classico in Italia e in Europa, il suo prestigio richiama illustri personalità di fama internazionale, tra cui Paganini, Bellini, Bach, Händel, Mozart. In questo teatro nacque la Scuola Napoletana, punta di diamante del mondo musicale europeo, i suoi principali maestri furono: Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello. Tra i direttori e musicisti celebri che si esibirono in questo teatro lirico, furono personaggi del calibro di Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi, che composero per il San Carlo tantissime opere.
Al Teatro di San Carlo nel 1812 nasce la Scuola di Danza più antica d’Italia. Tra i grandi ballerini che hanno calcato il suo palcoscenico: Amelia Brugnoli, Fanny Cerrito, Fanny Elssler, Margot Fonteyn, Carla Fracci, Ekaterina Maximova, Rudolf Nureyev, Vladimir Vassiliev e, in tempi recenti, Roberto Bolle, Ambra Vallo, Eleonora Abbagnato. Oggi alcuni ballerini di fama mondiale dovrebbero ricordarlo, visto che la danza non nasce a Milano e nemmeno a Torino. I frequentatori del Teatro San Carlo devono sapere che il colore predominante non era l’attuale rosso, ma era l’azzurro, le decorazioni erano in argento brunito con riporti in oro e i palchi in azzurro, colore ufficiale della Casa Borbonica, così come il velario e il sipario. Solo il palco reale era rosso, prima che lo diventasse tutto il teatro quando i colori autentici furono sostituiti col più comune abbinamento rosso e oro per scelta di Ferdinando II nel 1844 e nel corridoio all’entrata, al posto delle statue di Cimarosa e Paisiello, erano collocate nel 1817, due statue in Stucco, una era di Ferdinando I, e l’altra di Carlo. Così risulta dall’Originale inventario, e consegna fatto all’Impresario de’ Reali Teatri Sig: D. Domenico Barbaja a tenore de’ R. ordini, degli effetti e dote del Real Teatro di S. Carlo di pertinenza della Regia Corte, firmato il 14 giugno 1817 da Domenico Barbaja. Quest’ultimo cambiamento si è avuto dopo il 1861. Il Teatro San Carlo è inserito oggi dall’Unesco tra i monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità.