L’Indipendentista: Rubrica libera a cura di Stefano Bouché
Oggi Napoli ha mostrato al mondo un capolavoro che racchiude in sé l’essenza più autentica della sua cultura e della sua storia: la natività napoletana, frutto del lavoro collettivo di artigiani e maestri provenienti da diverse realtà cittadine. Questa iniziativa, promossa dal Comune, rappresenta un esempio virtuoso di come l’unione e la collaborazione possano dare vita a un’opera capace di esaltare la vera identità napoletana e meridionale. In un contesto in cui troppo spesso l’individualismo e il protagonismo sembrano prevalere, i maestri artigiani di Napoli – da San Gregorio Armeno al Borgo degli Orefici, dai maestri sarti alle altre eccellenze locali – hanno dimostrato che il lavoro di squadra può superare ogni barriera. Il risultato è un’opera straordinaria, che non solo celebra la tradizione secolare del presepe napoletano, ma che diventa anche un simbolo di riscatto per il popolo partenopeo e per tutto il Sud.
Questa natività, realizzata grazie all’impegno corale e sotto la guida di figure come il presidente delle botteghe di San Gregorio Armeno, Capuano, rappresenta un ritorno alle radici, una celebrazione della napoletanità autentica. Un messaggio forte e chiaro in risposta all’opera precedente, il Pulcinella di Gaetano Pesce, che, pur suscitando dibattiti, non riusciva a incarnare l’anima della città. Al contrario, questa nuova creazione parla di Napoli al mondo, raccontando la sua storia, il suo genio e la sua passione. Ma c’è di più. Opere come questa sono una vetrina meravigliosa e costruttiva delle grandi capacità lavorative presenti sul nostro territorio, capacità che meritano di essere sempre più valorizzate. Spingere sull’eccellenza artigiana non significa solo celebrare il passato, ma investire concretamente nel futuro: ogni iniziativa di questo tipo genera ricadute significative sul territorio in termini di occupazione, innovazione, formazione e sviluppo del tessuto economico locale. È una dimostrazione tangibile di come le tradizioni possano diventare motore di crescita e rigenerazione, creando una rete virtuosa che coinvolge giovani, imprese e istituzioni.
Non possiamo ignorare, tuttavia, il contesto economico in cui questa operazione si inserisce. Gli oltre 200 mila euro spesi per opere che non riflettono l’identità napoletana rappresentano un monito sull’importanza di investire nelle risorse locali, nelle tradizioni e nelle mani sapienti che fanno di Napoli un faro della cultura artigiana. Questa natività, invece, ha il potenziale di diventare ambasciatrice della città e del Sud nel mondo, mostrando come un’opera d’arte possa essere veicolo di identità e promozione culturale. Il successo di questa iniziativa ci offre una lezione importante: così come hanno fatto gli artigiani napoletani, anche il popolo meridionale deve imparare a fare squadra, a mettere da parte rivalità e protagonismi per lavorare insieme verso un obiettivo comune. Solo così sarà possibile valorizzare appieno il patrimonio culturale e umano del nostro territorio, rendendolo protagonista su scala globale.
La natività napoletana inaugurata oggi non è solo un’opera d’arte: è un simbolo, un manifesto, una speranza per una Napoli e un Sud che vogliono rialzarsi e riprendere il posto che meritano nella storia.