I chioschetti sul lungomare di Napoli, simbolo di accoglienza e vitalità, si trovano da mesi al centro di una vicenda che ha il sapore dell’assurdo. Da circa nove mesi, queste piccole attività sono chiuse, intrappolate in un limbo burocratico senza possibilità di mettersi in regola. È una situazione inaccettabile, che mina la sopravvivenza di imprenditori onesti e delle loro famiglie. Ma perché questa paralisi amministrativa?
La locandina diffusa dai proprietari dei chioschi annuncia una manifestazione per mercoledì 12 febbraio alle ore 16:00 in Piazza Municipio, per chiedere attenzione e giustizia. È l’ennesimo tentativo di rompere il silenzio istituzionale di un’amministrazione comunale che sembra averli dimenticati. Questi lavoratori si definiscono “prigionieri” di una burocrazia che li penalizza invece di supportarli. Nonostante la disponibilità a mettersi in regola, il Comune pare abbia imposto una serie di ostacoli insormontabili a detta loro.
Secondo alcune fonti, dietro questa situazione potrebbe nascondersi la volontà di favorire altri interessi più grandi, legati a progetti di riqualificazione o privatizzazione. Le decisioni sull’utilizzo del suolo pubblico sembrano spesso privilegiare grandi investitori a scapito delle piccole imprese locali. Questa dinamica, già vista in altre città italiane, rischia di cancellare un pezzo importante della cultura e dell’identità partenopea.
I chioschetti non rappresentano solo una fonte di reddito per i proprietari, ma un servizio per cittadini e turisti. Sono luoghi di socialità, parte integrante di quel tessuto urbano che rende Napoli unica al mondo. Privare la città di queste attività significa impoverire il lungomare, uno dei simboli della rinascita urbana degli ultimi anni.
Questa lotta non è soltanto dei chioschisti, ma di tutti i napoletani che credono in un’economia locale equa e trasparente, ed ovviamente legale. La manifestazione di mercoledì sarà un’occasione per alzare la voce contro le ingiustizie e per rivendicare il diritto al lavoro e alla dignità.
Ora più che mai, Napoli ha bisogno di essere solidale con chi porta avanti, nonostante tutto, la tradizione e l’identità della città. La speranza è che le istituzioni finalmente ascoltino e agiscano per restituire giustizia e futuro a chi è stato costretto a fermarsi per troppo tempo, che sicuramente doveva mettersi in regola ma che pare abbia trovato diversi ostacoli. Intanto negli ultimi mesi, venditori di borse e magliette abusivi sono li in ‘presidio’ senza problemi.