Il Festival di Sanremo è la vetrina musicale più importante d’Italia attualmente, ma anche un intricato e ‘storico’ gioco di equilibri tra case discografiche, media e influenze nel settore musicale. Negli ultimi anni, un nome sembra emergere con costanza dietro ai vincitori della kermesse: Marta Donà.
La manager, fondatrice di LaTarma Management, ha seguito gli ultimi quattro vincitori di Sanremo: Måneskin nel 2021, Marco Mengoni nel 2023, Angelina Mango nel 2024 ed Olly, trionfatore dell’edizione 2025. Una coincidenza che, di per sé, potrebbe non destare sospetti, se non fosse per un dettaglio che accende il dibattito: anche Alessandro Cattelan, co-conduttore di Sanremo 2025, è rappresentato dalla stessa manager.
Tantissimi i post e gli articoli in queste ore sui social concernenti questi forti dubbi a cui bisogna dare una risposta! La domanda sorge spontanea e lecita: è corretto che un presentatore del Festival che inevitabilemente è influente ed a contatto con tutto il mondo Sanremo, condivida la stessa figura manageriale del vincitore? Semplice domanda giornalistica!
Sebbene non esistano regole che impediscano una situazione simile, la questione si presta a un’analisi più ampia (anche etica) sulla trasparenza del concorso e sulle dinamiche di potere che ruotano attorno alla kermesse. L’influenza di un manager sullo sviluppo della carriera di un artista è nota, così come il ruolo di chi conduce lo spettacolo nella narrazione dell’evento. Se il Festival è una competizione in cui tutti dovrebbero partire alla pari, quanto incide l’avere una figura di riferimento comune tra chi sta sul palco per gareggiare e chi contribuisce a dirigere lo spettacolo (per quanto sia chiaro, comunque non vota)? Una domanda legittima che meriterebbe una riflessione più ampia, anche dal punto di vista legale.
Per ora, nessuna irregolarità viene segnalata, ma il tema resta aperto: quanto può davvero essere indipendente una gara, se alcuni fili sono mossi dagli stessi burattinai?