Rubrica l’Indipendentista a cura di Stefano Bouché
L’Europa di oggi si trova di fronte a un bivio cruciale, in un momento storico in cui l’alleanza con gli Stati Uniti sembra vacillare. Ciò che emerge non è più la classica contrapposizione tra destra e sinistra, ma una sfida ben più profonda: democrazia contro non-democrazia. È questo il vero scontro del nostro tempo, un conflitto tra chi difende i meccanismi di equilibrio e chi, invece, cerca di aggirarli o distruggerli.
In questo scenario, i due pilastri del diritto – libertà e sicurezza – si trovano in una situazione mai vista prima. Da sempre paralleli, oggi rischiano di convergere pericolosamente. La libertà, svincolata dai suoi argini naturali, si sta trasformando in un baluardo non più di protezione, ma di prevaricazione. È la libertà di pochi privilegiati a minacciare la sicurezza della maggioranza.
Il paradosso attuale è chiaro: dietro l’illusione di una libertà assoluta, si nasconde il desiderio di potere illimitato di una ristretta élite. Un potere che, se non arginato, potrebbe compromettere definitivamente la sicurezza collettiva. Non si tratta più di una promessa di protezione, ma di una minaccia incombente, pronta a colpire chi non si adegua a questa nuova visione distorta della libertà.
E allora, cosa ci resta? Rassegnarsi a una lenta erosione dei valori democratici o resistere con dignità, anche a costo di pagare un prezzo alto? L’alternativa è chiara: se deve essere l’inferno, che lo sia per tutti, ma a testa alta.
Le dittature del futuro, alimentate dall’attuale progresso tecnologico, rischiano di diventare strumenti di controllo totale e illimitato. Una sorta di “Matrix fascista”, dove ogni libertà è solo un’illusione e ogni dissenso, un crimine. La domanda è se siamo disposti ad accettare una realtà del genere o se, invece, preferiamo combattere per preservare ciò che resta della nostra umanità e democrazia.
L’Europa può ancora essere il baluardo della democrazia mondiale, ma solo se saprà resistere alle sirene di un potere senza limiti.
