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Napoli tra riqualificazione e crescita economica. Giannola (SVIMEZ) al Caffè Identitario: il dibattito sulla realtà del Sud

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Venerdì 14 marzo, presso il Caffè Letterario L’Identitario in via Lucrezia d’Alagno 26-28, si è tenuto un incontro-dibattito di alto spessore culturale ed economico sul futuro di Napoli e del Mezzogiorno. Il tema al centro della discussione, “La riqualificazione territoriale e la crescita economica di Napoli: aspirazione o realtà?” – ha visto la partecipazione di esponenti di rilievo del mondo accademico, economico e istituzionale. L’incontro è stato introdotto da Antonio Roberto Lucidi, vicepresidente de L’Altra Napoli, che ha posto le basi per una riflessione approfondita sulla necessità di un nuovo approccio politico ed economico per il capoluogo partenopeo e per il Sud in generale. Tra i protagonisti del dibattito, spicca la presenza di Adriano Giannola, presidente Svimez e della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli. Giannola ha ribadito con forza che il Sud non può vivere solo di turismo, sottolineando la necessità di investimenti infrastrutturali, industriali e tecnologici per avviare una reale crescita economica e di quanto l’Italia stia sprecando un’altra opportunità importantissima per diminuire il gap Nord-Sud, tramite il PNRR che a detta di Giannola “sta terminando”. Ha inoltre evidenziato il problema della fuga dei giovani talenti e la mancanza di una classe dirigente capace di interpretare il meridionalismo come opportunità, e non come una narrazione vittimistica.

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Un altro intervento cruciale è stato quello di Luigi La Rocca, Capo del Dipartimento del Patrimonio Culturale, che ha portato l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio storico e artistico di Napoli, e di quanto la città debba essere accompagnata da una politica di gestione sostenibile e da una reale partecipazione delle istituzioni nel proteggere e promuovere i beni culturali, senza piegarsi a speculazioni economiche. Oggi sicuramente più di ieri questo è stato recepito dalle istituzioni, che però ancora fanno fatica a comunicare con la popolazione in contesti più ampi.

A rafforzare il dibattito, anche la presenza di Gabriele Capone, Soprintendente ai beni archivistici della Campania e della Sicilia, che ha posto l’accento sulla memoria storica recente e non come elemento cardine per il futuro del territorio. Capone ha evidenziato l’importanza di una maggiore tutela degli archivi e dei documenti storici per comprendere l’evoluzione economica e sociale del Mezzogiorno, sottolineando come senza conoscenza del passato, non si può progettare il futuro. Se da una parte stiamo riconquistando l’importanza di vedere Napoli come città turistica piena di musei e luoghi da visitare, dall’altra parte stiamo perdendo la memoria a breve termine, quella degli ultimi decenni.

L’evento ha visto anche la partecipazione di altri importanti esponenti del mondo accademico e imprenditoriale, tutti concordi nell’affermare che la crescita del Sud dipende dalla creazione di una classe dirigente consapevole, preparata e realmente interessata al benessere collettivo, capace di affrontare le sfide del XXI secolo con un approccio concreto e non assistenzialista. Un punto fondamentale emerso dal dibattito è che il turismo da solo non basta. Ci sono stati interventi dei presenti che hanno direzionato l’attenzione non tanto sulla cosiddetta ”foodification”, ma sull’apertura incontrollata di locali gestiti da cittadini del Bangladesh di calamite, locali il cui fitto è molto costoso e che non si sa effettivamente da dove provenga la possibilità di mantenerli dato che al loro interno sono quasi sempre vuoti. Napoli è ormai una delle mete turistiche più ambite d’Europa, ma questo boom non si sta traducendo in una crescita economica strutturata e duratura. La città soffre di problemi cronici come la mancanza di investimenti in settori strategici, la precarietà lavorativa e l’assenza di una visione industriale di lungo periodo.

Il Caffè Letterario L’Identitario si è confermato ancora una volta un punto di riferimento per il dibattito culturale e politico in città, offrendo un’occasione di confronto su temi cruciali per il futuro di Napoli e del Sud. L’incontro del 14 marzo ha messo in evidenza che il cambiamento è possibile solo se si investe in formazione, innovazione e infrastrutture, senza cedere alla retorica dell’assistenzialismo e della rassegnazione. Napoli ha tutte le carte in regola per tornare a essere un grande polo economico e culturale, ma il futuro dipenderà dalla capacità di costruire una classe dirigente forte e consapevole, in grado di trasformare le aspirazioni in realtà.

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