C’è un napoletano tra i migliori barman del mondo, e non ha paura di dirlo a voce alta: si chiama Marco Morra , ed è stato recentemente premiato in una prestigiosa competizione internazionale grazie a due creazioni che hanno saputo unire tecnica, innovazione e – soprattutto – identità. «Ho parlato molto della mia tradizione, della cultura napoletana», racconta con orgoglio. «Una cultura fatta di radici, di profumi, di sapori riconoscibili. Ho voluto portare il nostro Sud nel mondo liquido della mixology.»
La gara, incentrata sull’utilizzo della vodka Altamura – un distillato pugliese ottenuto dal grano e dai lieviti tipici del famoso pane DOP – è stata l’occasione per Morra di sperimentare due cocktail ispirati alla cucina tipica, in particolare a quella napoletana. Il primo, “Martini Reggiano” , è un audace tocco sul classico martini, con un sorprendente tocco di parmigiano reggiano. Il secondo, invece, ha conquistato per la sua originalità: un cocktail che profuma di bruschetta napoletana , con sentori di pomodorino, basilico fresco, aglio e pane tostato , tanto da sembrare – parole sue – «un piatto liquido».
Ma il vero colpo di scena è stato il garnish: un “crystal bread” , una bruschetta 2.0 ispirata alla cucina stellata. Pane trasparente, pomodoro ciliegino bruciato, olio extravergine d’oliva, sale e basilico: pochi ingredienti per un risultato dirompente. «È il mio modo di raccontare Napoli al mondo – spiega Morra –. Anche attraverso un cocktail si può trasmettere la nostra storia, la nostra creatività, il nostro orgoglio.»
Dalla tradizione al futuro, Marco Morra dimostra che Napoli non è solo terra di arte e musica, ma anche di sperimentazione e talento nel campo della mixology internazionale. Un ambasciatore del gusto partenopeo, che sa trasformare un drink in un’esperienza culturale.
