“Collisione, il silenzio di arte e istituzione”. È questa la nuova scritta comparsa su uno striscione calato dai Quartieri Spagnoli, a Napoli, dove i residenti continuano a farsi sentire. Un messaggio diretto, quasi urlato, contro chi – tra politici, attori, musicisti, cantanti e sportivi – ha scelto di tacere davanti all’ennesima rappresentazione parziale e tossica della città.
A firmarlo, Massimiliano Nota, ex pugile e oggi volto attivo e stimato della comunità locale come riporta l’Unità. Ma la sua voce è solo la prima di un coro che cresce: quello dei napoletani stanchi di vedere i propri vicoli trasformati in fondali per racconti di sangue e mafia. Anche Max Grillo volto noto dei quartieri Spagnoli ed attivista ha appoggiato questa iniziativa.
Già lo scorso 6 marzo, nella stessa via San Mattia, erano apparsi altri due striscioni con le scritte:
“Speculative riprese imperdonabili offese” e “Ciak si gira, sempre Napoli di mira”. Il bersaglio era chiaro: la nuova serie spin-off di Gomorra, con protagonisti i personaggi più oscuri e violenti di una città che, invece, possiede mille volti – e mille storie – ben lontani dal crimine.
Il problema non è solo la fiction, ma la sua ricaduta sulla percezione collettiva. Ogni scena girata tra i Quartieri Spagnoli o nei vicoli storici della città diventa per molti, in Italia e nel mondo, una conferma: Napoli è criminale, Napoli è Gomorra. E allora il danno è doppio, soprattutto quando a essere coinvolti sono luoghi di grande valore culturale, come San Gregorio Armeno, la via dei presepi conosciuta in tutto il mondo, finita anch’essa più volte sullo sfondo di storie criminali.
Napoli, però, non accetta più di essere raccontata solo come capitale della delinquenza. Lo fa con la dignità di chi abita nei suoi quartieri più difficili, con la voce di chi vive ogni giorno la bellezza di una città che ha dato i natali a scienziati, artisti, poeti, santi e rivoluzionari.
Oggi a Napoli non c’è più spazio per il silenzio complice. La città parla, si esprime, denuncia e chiede rispetto. E lo fa a partire dai suoi vicoli, che non sono solo set cinematografici, ma luoghi di vita vera, di riscatto e di memoria.
Chiunque continui a proporre la solita sceneggiatura criminale, dovrà ora fare i conti con una città sveglia, orgogliosa, che non vuole più essere presa di mira, ma raccontata per quello che è davvero: una capitale culturale, sociale e artistica del Mediterraneo.
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Napoli non è Gomorra: la città si ribella alla narrazione criminale