“Gli allevatori delle bufale casertane sono allo stremo, la bufala casertana è pronta all’estinzione, alcuni degli allevatori hanno superato anche i 20 giorni dall’inizio dello sciopero della fame, ma sono rimasti totalmente inascoltati – sono queste le parole del Consigliere Maria Muscarà, attivista da anni per la difesa delle bufale casertane -. Al suo quinto mandato, il pluriconfermato presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Dop Domenico Raimondi ringrazia i suoi elettori e, nel rilanciare la sfida alla redditività del comparto, arrivando persino ad occuparsi dell’Ucraina e di Gaza, non spende una sola parola sulla gestione disastrosa dell’emergenza bufalina casertana.
È come se gli oltre 100mila abbattimenti degli ultimi 10 anni per sospetta brucellosi o tubercolosi di capi bufalini risultati poi sani alle indagini post-mortem non costituissero alcun problema, al pari della chiusura di oltre 300 aziende casertane e delle speculazioni ben raccontate dalla cronaca di questi anni. Non è una battaglia solo della bufala casertana, loro sono le prime vittime, il problema è del Sud Italia, come cercano di sottolineare da anni i resistenti dell’associazione tutela allevamento della bufala mediterranea. Spiace doverlo dire – aggiunge Muscarà –, ma tutto questo sorprende non poco. Tanto più se gli attori a cui guarda Raimondi non sono gli allevatori che chiedono il rispetto dei loro diritti e delle norme europee a tutela degli animali, dei consumatori e del loro lavoro, ma la grande distribuzione, le multinazionali, evidentemente, che prima o poi finiranno per distruggere i nostri territori, le nostre migliori identità culturali, la nostra storia”.