di Giuseppe Giunto
Quante volte passiamo davanti alla stazione della Circumvesuviana, e notiamo un rudere ormai coperto da una fitta vegetazione. Forse l’ente Fondazione F.S proprietaria del rudere vorrà creare una zona faunistica, forse una foresta pluviale cittadina, una giungla nella città, non si sa! Quello che sembra certo è che l’immobile sia stato lasciato cosi in abbandono da anni. Tanti i progetti, l’ultimo un parcheggio abusivo, mentre la stele che ricorda l’arrivo di Garibaldi, quella viene continuamente restaurata e pulita. Sarà un caso? L’immobile si trova in quelle condizioni perché fu gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale, precisamente il 28 marzo 1943, a causa dell’esplosione della motonave Caterina Costa, bombardata nel porto; poi il colpo di grazia, il terremoto del 1980 che fa crollare definitivamente l’ala che era adibita a dopolavoro ferroviario.
Oggi in stato di abbandono, la sua colpa? essere un opera Borbonica
Con la caduta dei Borbone e la costruzione della nuova stazione Napoli Centrale la Bayard perde la sua funzione, i due rami principali confluiscono nella nuova stazione (1866), la Bayard è declassata a impianto di servizio, e l’edificio diventa deposito-officina. Ma non è sempre stato così. Era il 3 ottobre 1839 quando, alla presenza di Ferdinando II re delle Due Sicilie, si inaugura la Napoli-Portici, prima linea ferroviaria italiana a doppio binario lunga complessivamente 7,2 chilometri, la distanza fu coperta in 9 minuti e ½ grandi i festeggiamenti per questa “innovazione” voluta dal sovrano, che non esisteva in nessuna altra città e stato italiano, (quando il resto d’Italia camminava o andava a cavallo) nelle due Sicilie c’era il treno! La stazione “Bayard” era il capolinea a “via dei Fossi”, l’odierno Corso Garibaldi, a pochi passi da Piazza Guglielmo Pepe, dalla chiesa del Carmine e dalla centralissima Piazza Mercato e vicino alle antiche mura aragonesi della città che sono ancora alla fine di corso Garibaldi, su via Marina, la stazione veniva chiamata anche (Napoli al Carmine). Il Re concesse due mesi di prova 130.000 napoletani effettuarono questo eccezionale “viaggio” tra Napoli e Portici e il treno fermava al Granatello di Portici.
Il viaggio inaugurale annoverava tra i suoi passeggeri 48 personalità, oltre il personale militare costituito da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai. Nell’ultima carrozza c’era la banda musicale. Napoli- Portici era solo una parte del tracciato programmato, il progetto era di più vaste dimensioni. Il 1 agosto 1842 veniva infatti inaugurato il tratto fino a Castellammare, due anni dopo, nel 1844 quello per Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore.
Oggi questo primato Napoletano è in stato di completo abbandono, la sua colpa: essere un primato nel Sud di un Governo Borbonico.