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Il 16 gennaio manifestazioni in tante piazze d’Italia per dire No all’Autonomia differenziata

BCC

Domani 16 gennaio 2024, in molte piazze d’Italia si terranno presidi dalle ore 16 contro la riforma dell’autonomia differenziata, che approda in Senato.
“Ogni sindaco che amministra la cosa pubblica nel Mezzogiorno – è detto in una nota dell’associazione sindaci del Sud – sa quanto sia difficile garantire quello che chiedono i cittadini e ciò che servirebbe alle future generazioni in un contesto di totale difficoltà socio-economica e di gravi carenze amministrative. Con il regionalismo spinto non si creerebbe quella maggiore efficienza che il ministro Roberto Calderoli sbandiera per giustificare la sua proposta, il cui unico scopo, in realtà, è ridare peso alla Lega. Si calcola – prosegue la nota – che la proposta di revisione del Pnrr ottenuta dal ministro Raffaele Fitto colpirà soprattutto le regioni del Sud, che subiranno un taglio di 7,6 miliardi, la metà dei 15,9 che si prevede di ridurre. Per non parlare dell’eliminazione delle Zes e dei 4,4 miliardi distratti dal fondo perequativo infrastrutturale in una nazione che sul piano delle ferrovie e delle strade è letteralmente tagliata in due, l’alta velocità al Nord, la grande lentezza al Sud».

In piazza sarà presente anche il Movimento Equità Territoriale, tra i porta bandiera delle battaglie contro l’Autonomia di Calderoli. Il movimento Politico meridionalista ha inviato una lettera a tutti gli esponenti politici del Sud:

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“Il presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni si pronuncia sull’autonomia differenziata negando dati economici inconfutabili espressi da organismi accreditati, sostenendo di non credere alle sperequazioni tra Nord e Sud e mostrandosi fiduciosa verso l’attuazione dei Lep, i livelli essenziali di prestazione”. Comincia così una lettera a firma del Movimento Equità Territoriale, con il segretario ed europarlamentare Piernicola Pedicini, il fondatore Pino Aprile e la presidente Rossella Solombrino, annunciando la presenza del Met domani in piazza Plebiscito alla manifestazione indetta contro l’autonomia differenziata. La lettera è stata inviata a tutti i parlamentari eletti nei collegi del Meridione, con richiesta di sottoscriverla. “Come sicuramente sapranno Giorgia Meloni e il suo Governo –  si legge in un passaggio del testo – il progetto di definizione dei Lep si è rivelato velleitario e irrealizzabile, rappresentando solo uno strumento di manipolazione del Parlamento e dell’opinione pubblica, non essendo stati né definiti e né finanziati. Tutto questo è stato altresì confermato dallo stesso Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che in maniera argomentata smonta l’intero lavoro della Clep, intervenendo sia nel merito che nel metodo. Ciò che non è stato fatto in 22 anni, certamente non poteva essere definito in uno solo. “Contro il ddl Calderoli – si sottolinea ancora nella lettera – si sono pronunciati, inoltre: la Commissione Europea, Banca d’Italia, Confindustria, Svimez e tanti altri organismi, dimostrando la pericolosità del disegno di legge, con conseguenze devastanti per il Sud e per l’Unità della Repubblica in termini di diritti sociali, aumentando considerevolmente gli squilibri territoriali, accelerando i processi di privatizzazione di sanità, istruzione, servizi pubblici e di tutte le materie oggetto di delega per le competenze tra Stato e Regioni. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni volutamente ignora quanto espresso dallo stesso Ufficio parlamentare di Bilancio e dallo Svimez, vale a dire che per sanare i divari esistenti sarebbe necessario stanziare circa 90 miliardi di euro. “Domani in Senato si avvierà la discussione del disegno di legge 615 – concludono i referenti del Met nella lettera – chiediamo pertanto ai parlamentari del Sud, appartenenti ad ogni partito, di ostacolare con chiarezza e determinazione l’approvazione del Ddl Calderoli essendo stati delegati dagli elettori con il fine di rappresentare il proprio territorio. I Meridionali sono stanchi di essere rappresentati da politici che seguono gli interessi esclusivi delle segreterie di partito del Nord in cambio di carriere politiche, danneggiando il territorio dal quale provengono nel silenzio generale”.


In piazza domani diverse sigle sindacali, anche la UIL

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