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L’arte culinaria napoletana al Seggio del Popolo: quando passione e cultura si fondono in un piatto

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Nel cuore pulsante della tradizione napoletana, dove la storia si intreccia con il gusto, esistono artigiani della cucina che rifiutano la facile via della commercializzazione e scelgono invece un cammino fatto di studio, dedizione e rispetto per la cultura. Questa è la vera essenza della cucina partenopea, un tesoro che non può essere mercificato, ma che va preservato e trasmesso con cura. L’esempio di chi porta avanti questa missione ad esempio (ma ce ne sono tantissimi altri) ci arriva da Ischia, isola di rara bellezza, dove il coniglio all’ischitana è più di un semplice piatto: è un simbolo di tradizione. Filippo Florio, contadino autentico e custode di ricette antiche, incarna questo spirito. Non è solo un fornitore di ingredienti, ma un narratore di storie, un conservatore di sapori e di saperi che risalgono a tempi lontani. Prendere un aliscafo per raggiungerlo significa immergersi negli odori della campagna, ascoltare i suoi consigli e assorbire la sapienza che solo chi vive la terra può trasmettere.
(L’arte culinaria napoletana al Seggio del Popolo)

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Ma la tradizione non si ferma qui. Ylenia Petrillo e il suo team della Locanda il Seggio del Popolo sanno bene che la cultura non è statica; è viva, vibrante e in continua evoluzione. Dopo aver raccolto il prezioso coniglio ischitano, aprono i libri, consultano testi come quello di Jenny Carola Francesconi, che riprende una ricetta di fine Ottocento-inizio Novecento, e la arricchiscono con il loro tocco personale. Ogni piatto che esce dalla loro cucina è frutto di una combinazione di conoscenza storica e innovazione creativa. È così che la tradizione si rinnova senza mai perdere la sua essenza.

Chi varca la soglia della loro Locanda sa che sta per vivere un’esperienza culinaria che va oltre il semplice cibo. È un viaggio tra passato e presente, tra cultura e passione, dove ogni boccone è carico di storia, pensiero e dedizione. Questo approccio è una dichiarazione di guerra contro la massificazione della cultura, una sfida al dilagare della turistificazione che troppo spesso banalizza e svilisce la nostra identità. In un’epoca in cui tutto sembra essere in vendita, dove anche la cultura rischia di diventare un prodotto da scaffale, è fondamentale riconoscere e celebrare chi, come Ylenia e tanti altri maestri della cucina napoletana, lavora con l’anima, studiando e rispettando profondamente le tradizioni. Essi non si limitano a proporre un piatto, ma lo accompagnano con un bagaglio di conoscenze, intuizioni e amore per il proprio mestiere. Lo stesso Gigi Lista, altro proprietario e Chef della Locanda scrive: “Il rispetto è alla base di tutto, ed anche se non sono d’accordo con certe visioni, ho sempre rispettato tutti, pure quelli che fanno la bubbazza per turisti e non perché rispetto la loro visione ristorativa ma perché dopo 25 anni di lavoro in questo campo si assume un certo rispetto per chi sta natale, capodanno, ferragosto e domeniche incluse a buttare il sangue in un locale senza un riscontro giusto per le ore e le energie perpretate e quindi non ho mai sputato addosso a nessuno e ho sempre difeso chi nonostante visioni diverse, comunque la mattina si sveglia e guadagna il pane onestamente senza fare male a nessuno. Non mancano – continua Lista – purtroppo, i falsi paladini che, dietro la maschera di una presunta difesa della tradizione, finiscono per sponsorizzare proprio coloro che svendono la nostra cultura per un pugno di euro. L’ipocrisia di certi “professori” della critica culinaria, che giudicano dall’alto ma poi si piegano al potere del denaro, è un triste spettacolo a cui assistiamo troppo spesso”.

La vera dignità è quindi altrove: sta in chi si sveglia ogni mattina, lavora con onestà e guadagna il proprio pane senza compromettere la propria integrità. Ed è proprio questa dignità, questa coerenza nel vivere e rispettare la propria cultura, che rappresenta l’eccellenza napoletana. Un’eccellenza fatta di sacrifici, studio e passione, che non può essere svilita dalle chiacchiere o dalle mode del momento. È una rivoluzione silenziosa, ma potente, quella di chi sceglie di onorare la propria tradizione con il cuore e la mente, offrendo al mondo un assaggio autentico e inimitabile della vera Napoli.

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L’arte culinaria napoletana al Seggio del Popolo

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