Home Rubriche settimanali L'Indipendentista Quando Napoli si liberò da sola: un ricordo da onorare e difendere

Quando Napoli si liberò da sola: un ricordo da onorare e difendere

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Rubrica Indipendente de: l’Indipendentista a cura di Stefano Bouché
Le Quattro Giornate di Napoli sono un simbolo di orgoglio, di coraggio e di resistenza, un evento che dovrebbe risuonare profondamente nel cuore di ogni napoletano. Nel settembre del 1943, Napoli si ribellò contro l’occupazione nazista in un moto di popolo spontaneo e appassionato. In soli quattro giorni, dal 27 al 30 settembre, i cittadini riuscirono a cacciare le forze naziste dalla città, anticipando l’arrivo delle truppe alleate.

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La rivolta prese avvio al Vomero, uno dei quartieri centrali della città, che fu uno dei primi teatri di battaglia. In quel quartiere, i napoletani cominciarono a organizzarsi per resistere alla brutale repressione delle truppe tedesche, che stava montando dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Proprio al Vomero, i cittadini attaccarono alcuni presidi militari nazisti, come la caserma dei carabinieri in via Scarlatti, dando il via all’insurrezione.

Ponticelli, quartiere periferico di Napoli, non rimase a guardare. Anche lì, la resistenza si diffuse rapidamente, contribuendo al successo della rivolta. Sebbene il Vomero sia stato il punto di inizio della rivolta, Ponticelli, insieme ad altri quartieri, fu parte integrante di un moto di liberazione che coinvolse l’intera città.

Questo episodio rappresenta uno dei rari casi in Europa in cui una città si è liberata con le proprie forze, un segno inequivocabile della forza del popolo napoletano. Non furono solo i soldati o i partigiani a combattere: donne, anziani, bambini, interi quartieri si sollevarono con ogni mezzo disponibile. Era un’azione di necessità, sì, ma anche di grande dignità, perché i napoletani non accettavano di essere soggiogati da un nemico tanto crudele.

Oggi, a distanza di oltre ottant’anni, Napoli deve ricordarsi di quel sacrificio. I nonni e i bisnonni dei napoletani moderni combatterono per la libertà e per il diritto di vivere in una città degna della sua storia. Napoli non è solo una città del Sud Italia; è una capitale culturale, una culla di civiltà millenaria, da sempre fucina di arte, cultura, pensiero e resistenza.

La Napoli delle Quattro Giornate è la Napoli che si libera, che si rialza, che si riscatta. Ed è a quella Napoli che oggi bisogna guardare. I tempi moderni pongono nuove sfide: sprechi di risorse, mancanza di visione politica, dispersione di un patrimonio culturale immenso. Ma se c’è una lezione da trarre da quei giorni di fine settembre, è che il riscatto è possibile. Non possiamo dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
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