Home Dal Mondo L’America spezzata: Il divario tra l’Élite democratica e la base repubblicana

L’America spezzata: Il divario tra l’Élite democratica e la base repubblicana

BCC

Il panorama politico americano presenta una complessità che va oltre la semplice divisione tra partiti. I dati economici mostrano una frattura netta: gli stati a maggioranza democratica vantano un PIL pro capite mediamente più alto rispetto a quelli a maggioranza repubblicana. Nei 20 stati in cui prevalgono i Democratici, il PIL pro capite si aggira intorno ai 99.685 dollari, mentre nei 31 stati repubblicani scende a 76.535 dollari. Un divario di oltre il 30% che racconta una storia precisa: i Democratici conquistano le aree più ricche, mentre i Repubblicani sono la voce degli stati meno abbienti.

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Questa distribuzione economica riflette una mappa elettorale altrettanto chiara. I Democratici raccolgono consensi travolgenti nelle grandi città e nei centri del potere: a San Francisco, Manhattan e Washington, le percentuali superano, rispettivamente, il 79%, l’80% e addirittura il 90%. Questi risultati sottolineano come il partito si sia consolidato nei luoghi simbolo dell’élite culturale, politica ed economica. La sinistra americana, tradizionalmente legata alle istanze delle classi meno abbienti, sembra ora trasformata in un baluardo delle aree più privilegiate.

Questa tendenza solleva interrogativi sulla rappresentatività effettiva dei partiti. I Democratici, impegnati in battaglie spesso percepite come lontane dalle preoccupazioni quotidiane della working class, rischiano di sembrare i custodi di una sovrastruttura elitaria, scollegata dalle necessità del popolo. Al contempo, i Repubblicani, pur rappresentando gli stati con minore ricchezza, mantengono un forte legame con l’elettorato che si sente trascurato dal discorso dominante.

Marx avrebbe probabilmente trovato interessante questa evoluzione. La sovrastruttura politica, ancorata ai centri di potere e all’élite, potrebbe cominciare a scricchiolare sotto il peso delle proprie contraddizioni interne. La battaglia ideologica si svolge così tra chi è percepito come lontano e chi, nonostante le criticità economiche, cerca di dare voce a chi è rimasto ai margini.

Questa geografia del voto, che intreccia economia e politica, spiega perché i Democratici siano diventati sinonimo di potere economico e intellettuale, mentre i Repubblicani trovano sostegno tra coloro che si sentono esclusi dalla narrativa ufficiale. Una divisione che racconta non solo la storia degli Stati Uniti, ma anche il destino di una rappresentatività politica che, per essere veramente efficace, deve tornare a dialogare con la realtà del popolo.

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