Rubrica LIBERA “L’Indipendentista” a cura di Stefano Bouché
La vittoria di Donald Trump segna un punto di svolta non solo per gli Stati Uniti, ma ha inevitabili ripercussioni sul panorama politico e sociale globale, Europa inclusa. Questo evento offre un’occasione preziosa per riflettere sul futuro di un continente che deve affrontare una sfida cruciale: scegliere tra una crescita coesa o la disgregazione. La posta in gioco è alta e riguarda tutti, ma in particolare il Meridione d’Italia, il quale deve ridefinire il proprio ruolo in un’Europa in costante mutamento. Il Meridione non può più permettersi di rimanere spettatore passivo in un’Europa che si dibatte tra le proprie contraddizioni. Deve invece cogliere l’opportunità di emergere come regione autonoma e indipendente, pronta a farsi carico del proprio destino. Questo non significa distacco o isolamento, bensì un percorso di consapevolezza che conduca a una posizione forte e autorevole sullo scenario europeo.
Una vittoria in stile MAGA – focalizzata su un’Europa degli Stati forti e concentrati su se stessi – potrebbe spingere l’Unione a riscoprire il proprio potenziale, abbandonando la strada di un’eterna negoziazione e intraprendendo un cammino più deciso. In questo contesto, il Sud Italia può e deve rivendicare il proprio spazio, diventando una voce importante in una nuova politica europea che sia più solidale e coesa, ma anche più attenta agli interessi delle singole regioni. L’autonomia del Meridione non può limitarsi a parole: è un obiettivo che va perseguito attraverso investimenti mirati, innovazione, e una cultura di partecipazione che metta al centro le eccellenze e le potenzialità locali. Soltanto così il Meridione potrà aspirare a un futuro in cui sia protagonista, non solo nel contesto nazionale, ma anche in quello europeo.
L’Europa di domani richiede scelte coraggiose e una visione chiara, sia a livello comunitario sia regionale. È tempo che il Sud Italia si scrolli di dosso le catene della dipendenza e si presenti come una regione forte, autonoma e pronta a fare la propria parte in un’Europa che o cresce, o si divide.