di Antonio Folle
Nel centro storico della città, sempre più congestionato da affittacamere più o meno abusivi e venditori di ogni genere di street food non sembra esserci pace nemmeno per i santi. Alcuni giorni fa il consigliere della II Municipalità Pino de Stasio aveva denunciato la situazione di gravissimo degrado che circonda il palazzo di via Cisterna dell’Olio dove, come si legge anche sulla lapide affissa dal Comune di Napoli, “visse ed operò” San Giuseppe Moscati, il medico-santo che Giovanni Paolo II definì “il medico dei poveri” proprio per la sua instancabile opera in favore degli strati più deboli della popolazione partenopea. Alcune ore dopo la segnalazione dell’esponente del secondo parlamentino Asìa intervenne per rimuovere l’orribile fila di cassonetti che stazionavano da tempo proprio all’esterno del portone del palazzo e riposizionarli correttamente. Già da alcuni giorni, però, il portone di quel palazzo che meriterebbe ben altra sorte è tornato ad essere una discarica di rifiuti ed un deposito per bidoni della raccolta differenziata. Un nuovo “schiaffo” alla memoria del medico-santo, della storia della città, dei turisti che arrivano da ogni parte del mondo con la speranza di poter vedere i luoghi dove visse San Giuseppe Moscati e, ultimo ma non ultimo, degli ex inquilini che aspettano da ormai diversi mesi di conoscere la loro sorte.
(Centro Storico, nuovo sfregio al palazzo dove visse San Giuseppe Moscati)
I bidoni con ogni probabilità saranno nuovamente rimossi da Asìa, ma si tratterà della solita fatica inutile se non si dovesse provvedere a cercare quantomeno di identificare gli incivili che sversano rifiuti con così tanta imperizia e che continuano a spostare a piacimento i cassonetti per la raccolta differenziata. Gli ispettori ambientali di Asìa sono pochi, il lavoro da fare è tanto. Ma lasciare nel degrado e nell’abbandono un palazzo così ricco di storia e così carico di sofferenze umane – gli effetti personali degli ex inquilini sgomberati a viva forza nel 2023 sono ancora li, cristallizzati nel tempo – è un vero e proprio delitto. “Sul tema di Palazzo Moscati – l’ira del consigliere del secondo parlamentino Pino de Stasio – ho fatto tra l’altro un articolato intervento in seno all’incontro che si è tenuto a Palazzo Fuga per la giornata dell’ascolto sul nuovo piano di gestione del Centro Storico Unesco. Ho ribadito la fondamentale necessità di tutelare i residenti, evidenziando che sono in essere oltre diecimila sfratti esecutivi a scapito proprio di questi ultimi. Vedremo l’amministrazione di Manfredi che piano attuerà e in quale verso. Continua dopo la mia segnalazione e la successiva rimozione da parte dell’Asia – prosegue de Stasio – la presenza di altri bidoncini sotto il palazzo. Si identifichi chi in maniera illegale abbandona tali manufatti per strada e addirittura sotto il segnalato Palazzo Moscati. Ho appreso che il Prefetto di Napoli ha convocato l’Assessore Baretta e l’ingegnere Brandi sulla questione e i ritardi per il recupero di Palazzo Moscati, chiederò la prossima settimana agli uffici in questione quali novità vi sono”.
Attorno al palazzo di via Cisterna dell’Olio da ormai diversi mesi ruota un vero e proprio giallo napoletano. Ma il famoso film di Sergio Corbucci che vedeva tra i protagonisti uno scatenato Marcello Mastroianni ed una splendida Ornella Muti stavolta non c’entra. Il giallo, infatti, riguarda l’inspiegabile inerzia del Comune di Napoli, proprietario dell’edificio, che dopo lo sgombero coatto non solo non ha dato il via ai lavori, ma sta continuando ad ignorare le tristi condizioni di degrado che accolgono i turisti che arrivano per fotografare la lapide affissa nell’ormai lontano 2003. “Il progetto per il recupero dello stabile esiste da anni – ha spiegato il consigliere comunale Gennaro Esposito – e prevede tra l’altro la possibilità di trasformare l’edificio in uno studentato adibito all’accoglienza degli studenti meritevoli delle facoltà di medicina della Campania. I fondi ci sono, proprio non si riesce a capire perché non si dia il via ai lavori. Proprio questi lavori, tra l’altro – continua Esposito nella doppia veste di esponente del Consiglio Comunale e presidente del Comitato Vivibilità Cittadina – oltre a restituire decoro potrebbero contribuire a debellare defintivamente il fenomeno del degrado che circonda l’ingresso.
Ad oggi tutto è inspiegabilmente fermo e nei prossimi giorni contiamo di ottenere chiarimenti in merito. Capisco, continua ancora Esposito che gli ex residenti spingano invece per una soluzione di tipo abitativo, io dico bene qualsiasi soluzione, purché si faccia qualcosa”. E da questo punto di vista la scorsa settimana ha destato gran scalpore la presa di posizione della Sovrintendenza – il palazzo di via Cisterna dell’Olio è sotto vincolo – che, interpellata dal consigliere de Stasio aveva immediatamente risposto di non essere a conoscenza di alcun intervento di bonifica o messa in sicurezza eseguito, di non essere a conoscenza di alcuna comunicazione di avvio lavori e di non essere in possesso di alcuna informazione circa l’avanzamento delle procedure d’appalto. In pratica, sfratto esecutivo a parte, ad oggi il Comune di Napoli è rimasto nella più totale ed inspiegabile immobilità e forse solo un miracolo potrebbe risvegliare dal letargo palazzo San Giacomo e la sua farraginosa burocrazia.
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Centro Storico, nuovo sfregio al palazzo dove visse San Giuseppe Moscati: “Identificare subito i responsabili”