Comunicato stampa Associazione politico-culturale 34 Testa al Sud
I lavoratori della Jabil Circuit Italia Srl dello stabilimento di Marcianise hanno visto scritta oggi la parola fine alla vita della loro azienda. La Jabil, infatti, ha ufficializzato oggi 10 gennaio 2025 la procedura di licenziamento collettivo di 413 dipendenti. Appare del tutto surreale che, con i finanziamenti previsti dal PNRR per la transizione ecologica, la multinazionale Jabil, che produce, tra l’altro,colonnine per le ricariche delle auto elettriche dichiari lo stato di crisi abbandoni il sito di Marcianise, città un tempo polo industriale ed ora territorio dove la difficoltà di trovare una nuova occupazione è tragicamente amplificata dalla chiusura di decine di altri opifici.
CLICCA QUI PER IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE
E la soluzione di questo drammatico problema dovrà essere assolutamente diversa dalle esperienze precedenti; non potrà ripetersi “il giochino” di aziende dello stesso settore (come accaduto con la Softlab e la Orefice)che hanno assunto, solo grazie ad ingenti finanziamenti statali, lavoratori ex Jabil, per poi dichiarare lo stato di crisi, mortificando quei lavoratori che avevano sperato in un futuro migliore e che ora sopravvivono solo grazie agli ammortizzatori sociali. 34 Testa al Sud impegna l’Amministrazione Comunale di Marcianise affinché,di concerto con la Regione Campania ed il Ministero delle Imprese, siano individuate le opportune soluzioni per la salvaguardia del sito produttivo di Marcianise e per il futuro di 413 famiglie.
CLICCA QUI PER SOSTENERE IL QUOTIDIANO L’IDENTITARIO
Di seguito le informazioni prese dal sito USB per gli ultimi aggiornamenti:
La vertenza Jabil ha assunto in queste ore un livello di drammatizzazione molto alto. Questa mattina lavoratrici e lavoratori esasperati hanno bloccato contemporaneamente due corsie della superstrada chiedendo di poter essere ricevuti dal Prefetto. Incontro arrivato quasi subito, e programmato per domani alle ore 11.00. L’obiettivo è quello di essere ascoltati ai massimi livelli istituzionali per ribadire la necessità di un percorso che permetta subito il ritiro dei licenziamenti e la riapertura del tavolo di crisi ministeriale. Serve trovare una soluzione a bocce ferme, in un quadro di massima tutela istituzionale.
La soluzione presentata da Jabil nel suo piano di mitigazione non è mai stata credibile ed il rischio è pure quello di impegnare risorse pubbliche in una scatola vuota. Jabil ora vorrebbe lavarsi le mani, dichiarando 413 licenziamenti. Il Ministero, la Regione ed anche il Comune ci dicano pubblicamente se intendono abbandonare i lavoratori al loro destino o se vogliono difenderli da quello che è un sopruso di una multinazionale che scappa dal nostro paese.