Home Attualità Detenuti in aumento e carceri sempre più sovraffollate

Detenuti in aumento e carceri sempre più sovraffollate

BCC

di Nicola Picardo
REPORT DI FINE ANNO 2024

A cura dell’Associazione Antigone
La popolazione detenuta in Italia continua a crescere, aggravando il problema del sovraffollamento carcerario. Al 16 dicembre 2024, i detenuti erano 62.153, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti. Tuttavia, ben 4.462 posti risultavano indisponibili a causa di inagibilità o manutenzioni, riducendo la capienza effettiva a circa 47.000 unità e portando il tasso di affollamento al 132,6%.

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L’incremento dei detenuti è ormai insostenibile. Alla fine del 2023, il numero era pari a 60.166, con un aumento di circa 2.000 unità in un anno. Se questa tendenza dovesse proseguire, nel 2025 si potrebbe arrivare a 64.000 detenuti, con conseguenze critiche per le condizioni di vita nelle carceri italiane.

In alcune strutture, la situazione è ancora più drammatica: a San Vittore (Milano) il tasso di affollamento ha raggiunto il 225%, a Brescia Canton Monbello il 205%, mentre a Como, Lucca e Taranto si attesta tra il 195% e il 200%. In totale, 59 istituti presentano un tasso di sovraffollamento superiore al 150%, prevalentemente grandi case circondariali metropolitane, dove si registrano le maggiori tensioni e i più alti numeri di ingressi. La risposta dei governi al sovraffollamento è sempre stata la promessa di nuove strutture detentive, mai realmente concretizzata. La capienza regolamentare delle carceri è rimasta quasi invariata: dai 50.228 posti del 2016 ai 51.320 del 2024, mentre i detenuti sono aumentati di circa 8.000 unità nello stesso periodo.

Dal 2022, il numero di posti effettivamente disponibili è ulteriormente calato: dai 3.665 posti non utilizzabili nel luglio 2022 ai 4.462 di oggi. L’incuria, il sovraffollamento e gli incidenti frequenti aggravano il degrado delle strutture, come evidenziato dalle visite dell’Osservatorio di Antigone. In 28 degli 87 istituti visitati nell’ultimo anno, il 32% delle celle non garantiva neanche 3 metri quadrati calpestabili per ogni detenuto. Non a caso, il numero di ricorsi presentati dai detenuti per violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo è in costante crescita: 3.382 nel 2020, 4.212 nel 2021, 4.514 nel 2022 e 4.731 nel 2023. Se gli spazi restano insufficienti, il personale è in grado di gestire la situazione? I dati mostrano segnali contrastanti. I funzionari giuridico-pedagogici sono aumentati: nel 2022 ce n’era uno ogni 87 detenuti, nel 2023 uno ogni 76 e nel 2024 uno ogni 68. Tuttavia, il numero resta inadeguato per garantire un’efficace funzione rieducativa.

Al contrario, il personale della polizia penitenziaria è in calo: nel 2022 si registrava un agente ogni 1,7 detenuti, nel 2023 uno ogni 1,9 e nel 2024 uno ogni 2 detenuti.

Criminalità degli stranieri in calo

Il tasso di detenzione degli stranieri è in calo da anni: erano il 37,5% della popolazione carceraria nel 2007, mentre oggi rappresentano il 31,9%. Questo nonostante la popolazione straniera in Italia sia aumentata da meno di 3 milioni nel 2007 a circa 5 milioni nel 2023 (8,7% della popolazione totale).

Il confronto tra italiani e stranieri detenuti è spesso fuorviante: la popolazione carceraria è composta per la maggior parte da uomini giovani e poveri, un profilo più comune tra gli stranieri che tra la popolazione generale. Se si considerano solo i maschi tra i 35 e i 39 anni, il tasso di detenzione sale a 4,5 su 100.000 persone. Per i residenti in Campania, il tasso è di 3,2 su 100.000.

Lavoro e istruzione in carcere

Cresce leggermente il numero di detenuti impiegati all’interno delle carceri: da 16.305 nel giugno 2023 a 17.096 nel giugno 2024. Aumentano anche quelli impiegati da datori di lavoro esterni, passando da 2.848 a 3.144.

I corsi di formazione professionale registrano un incremento significativo: gli iscritti sono passati da 2.248 nel primo semestre 2022 a 3.716 nel 2024. Tuttavia, esistono forti disparità regionali: mentre in Lombardia il 14% dei detenuti è iscritto ai corsi, in Umbria, Puglia, Sardegna e Basilicata la percentuale è inferiore all’1%.

Carceri sempre più fatiscenti

L’indagine di Antigone ha rilevato che:

  • Il 35,6% delle carceri visitate è stato costruito prima del 1950, il 23% addirittura prima del 1900.
  • Nel 10,3% degli istituti le celle non sono tutte riscaldate.
  • Nel 48,3% delle strutture l’acqua calda non è garantita in modo continuo.
  • Nel 55,2% delle carceri mancano le docce in cella.
  • Nel 25,3% degli istituti non esistono spazi per attività lavorative.

Suicidi ed eventi critici in aumento

Il 2024 ha registrato un numero record di suicidi in carcere: 88 persone si sono tolte la vita, superando il tragico primato del 2022 (84 casi). I decessi complessivi sono stati 243 dall’inizio dell’anno.

Tra le vittime, due donne e almeno 23 giovani tra i 19 e i 29 anni. Inoltre, il 50% dei suicidi riguardava persone coinvolte in altri eventi critici, come tentativi di suicidio precedenti.

Anche gli episodi di autolesionismo sono in crescita: nel 2024 si sono registrati 20,3 atti ogni 100 detenuti (erano 16,3 nel 2023), mentre le aggressioni ai danni del personale sono passate da 2,3 a 2,6 ogni 100 detenuti.

No al ddl sicurezza e alle carceri in Albania

Il ddl sicurezza introduce il nuovo reato di rivolta penitenziaria, con pene severe anche per chi protesta pacificamente. Nel 2024 si sono registrati 1.397 episodi di protesta collettiva, spesso non violenti. Se la norma venisse applicata in modo rigido, si potrebbero aggiungere fino a 16.000 anni di pena complessivi, aumentando il sovraffollamento.

Infine, il piano di delocalizzazione delle carceri italiane in Albania, volto a trasferire i detenuti albanesi in strutture gestite dal governo italiano, solleva gravi questioni giuridiche e di tutela dei diritti fondamentali. Piuttosto che investire milioni di euro in un carcere all’estero, queste risorse andrebbero impiegate per migliorare le condizioni delle carceri italiane.

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