Quattro interminabili giornate, dal 27 al 30 settembre 1943, in cui Napoli insorse contro l’occupazione nazista. Il sangue di un’intera città scorse come un fiume, e giovani vite si spensero nel nome della libertà. Tra loro, Gennarino Capuozzo, di appena 11 anni (sepolto nell’Arciconfraternita Carità di Dio alla Salute, loculo 62 – zona Balestrieri – Poggioreale) e Filippo Illuminato, 13 anni (Arciconfraternita Santa Barbara, loculo 5 – viale della Catena – Poggioreale). E con loro, tanti altri.
Un sacrificio che valse alla città la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Napoli, stremata dalla miseria, dalla violenza e dalla paura della Seconda guerra mondiale, insorse contro l’esercito tedesco, armata solo del proprio coraggio e di un forte senso di appartenenza. Furono quattro giornate che coinvolsero tutti, donne, uomini, anziani e bambini, in una Resistenza popolare senza distinzioni.
La Resistenza di Napoli: coraggio nel buio della guerra
La ribellione nacque nei ricoveri di fortuna, dove migliaia di persone affamate e indebolite dal tifo si accalcavano tra le macerie. Centinaia di corpi senza sepoltura giacevano tra le rovine dei bombardamenti, mentre la città lottava contro la mancanza di acqua e luce.
Tra le figure più attive nella rivolta, un ruolo fondamentale fu quello delle donne. Tra queste, Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia (nata a Napoli il 2 febbraio 1920, deceduta il 23 ottobre 1999), operaia, patriota e antifascista.
Nata nel quartiere Stella, appena ventenne si distinse nella Resistenza, collaborando con l’intelligence britannica in vista dello sbarco alleato. Quando venne a conoscenza dell’ordine nazista di far evacuare i ricoveri in sole 24 ore per far saltare in aria il Ponte della Sanità, non esitò a intervenire. Quel ponte, un’arteria fondamentale sotto la quale correvano le tubature e i cavi elettrici, era anche l’ultimo baluardo di sostentamento per la popolazione: la fabbrica che ancora garantiva lavoro e cibo.
Pur contro la volontà del padre, Maddalena scelse di rischiare la vita per salvare la città. Organizzò la resistenza, mobilitando ogni drappello disponibile e impedendo ai nazisti di eseguire il loro piano. Napoli non si arrese. E quando le truppe anglo-americane arrivarono, la città era già libera.
Dopo la guerra, Maddalena Cerasuolo continuò a vivere a Napoli. Si sposò con Salvatore Morgese ed ebbe quattro figli: Carlo, Gaetana, Gennaro e Patrizia. Per il suo eroismo le fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, e in suo onore fu posta una targa sul Ponte della Sanità.
Napoli non dimenticò i suoi eroi: in ogni quartiere, da Sedil Capuano al Bosco di Capodimonte, dalla Masseria Pagliarone al Vomero, furono collocate targhe in memoria dei caduti delle Quattro Giornate. Il popolo, unito, aveva vinto.
Un omaggio alla memoria
Oggi siamo lieti di annunciare il ritrovamento del loculo di Maddalena Cerasuolo presso l’Arciconfraternita Monte dei Poveri, al Cimitero Nuovissimo di Poggioreale, primo piano, loculo 411.
Un luogo dove chiunque potrà portare un fiore e una preghiera per ricordare una donna che, con il suo coraggio, ha scritto una pagina indelebile nella storia di Napoli.
Lucia La Cuccurullo – Figli del Sud Popolo Sovrano