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Napoli non è più Gomorra: basta stereotipi, la città rinasce con il suo popolo

BCC

di Alessandro Casillo
Le riprese della nuova stagione di Gomorra – La Serie sono appena ricominciate a Napoli, e ancora una volta si torna a raccontare una città schiacciata dalla violenza e dalla criminalità organizzata. Un’immagine vecchia, superata e falsa, che non rispecchia la realtà di una Napoli che ha saputo dire NO alla camorra e alla malavita, risollevandosi con la forza del suo popolo.

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Napoli non è più quella di Gomorra, e non lo è da tempo. Grazie agli sforzi quotidiani dei cittadini, interi quartieri sono rinati, puntando su cultura, arte e turismo. Senza un vero supporto istituzionale, i napoletani hanno dimostrato che la città non ha bisogno di pistole e faide per esistere, ma di storia, bellezza e accoglienza.

Quartieri un tempo simbolo di degrado e pericolo oggi accolgono migliaia di turisti ogni giorno, attratti dalla straordinaria gastronomia, dal patrimonio storico e dall’energia culturale unica al mondo. Napoli ha scelto di rinascere, ma questa trasformazione non interessa ai produttori di fiction senza scrupoli, pronti a vendere ancora lo stesso stereotipo per incassare milioni. Se c’è una conseguenza concreta della narrazione distorta di serie come Gomorra, è la tendenza di alcuni giovani a emulare i personaggi della fiction, vedendoli come modelli di successo. Quando la criminalità viene spettacolarizzata e resa affascinante, non è più un problema da combattere, ma un marchio da imitare.

Le famiglie napoletane sono stanche di dover lottare non solo contro la criminalità vera, ma anche contro una rappresentazione falsa e glamourizzata. Perché un ragazzino dovrebbe sognare di diventare avvocato, ingegnere o imprenditore, se i media gli mostrano che il successo si ottiene con una pistola in mano? Questa narrazione tossica alimenta pregiudizi che vanno ben oltre i confini italiani. In Svizzera, un recente scandalo ha dimostrato quanto sia radicato lo stereotipo su Napoli. In un libro di grammatica per bambini, un esercizio riportava che da un treno olandese si vedono splendidi campi di tulipani, mentre da un treno a Napoli si vede solo spazzatura.

Un’offesa inaccettabile, basata su un’immagine falsa e superata, che ignora il grande lavoro di riqualificazione e valorizzazione del territorio. Decenni di narrazioni distorte e di una stampa compiacente hanno creato questo danno culturale, cancellando ogni progresso della città. Napoli non è più Gomorra. Napoli è turismo, cultura, innovazione e creatività. È il Rione Sanità che si reinventa con l’arte, il centro storico che accoglie milioni di visitatori, il fermento creativo di giovani imprenditori che scelgono di restare e investire nella propria terra.

Eppure, mentre la città lavora duramente per riscrivere la propria storia, le telecamere di certi registi preferiscono indugiare sulle ombre del passato. Perché la violenza fa audience e gli stereotipi vendono bene. Ma Napoli non ha più bisogno di essere raccontata dagli altri. Napoli si racconta da sola, con la sua bellezza, la sua forza e la sua gente. È tempo di smettere di guadagnare sulle spalle di chi la criminalità l’ha sofferta davvero. Napoli ha già scelto da che parte stare. Ora tocca al mondo aprire gli occhi.

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