di Giuseppe Giunto
Maria Immacolata Concezione, patrona del Regno delle Due Sicilie. È consuetudine in questo giorno che il papa deponga una corona di rose sulla Guglia dell’Immacolata Concezione che si trova in Piazza di Spagna a Roma, questa Guglia fu un dono di Ferdinando II, allo Stato Pontificio.
Il Dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato l’8 dicembre 1854 da Papa Pio IX (Giovanni M. Mastai Ferretti) attraverso la Bolla Ineffabilis Deus, durante il suo soggiorno a Gaeta ospite di Ferdinando II, Pio IX esule, era sfuggito da Roma dalla violenza massonico-giacobina nel 1848. Il giorno dell’Immacolata Concezione è Festa Nazionale per tutti coloro che ricordano l’antica Patria duo Siciliana. In questa ricorrenza si espone la Bandiera Nazionale, e si ricordano le virtù, e la grandezza di una terra dedicata alla Madre del Signore, nostra protettrice. La devozione a Maria madre di Dio nel Regno delle Due Sicilie è fortissima, nel clero, nel popolo e nelle istituzioni, si può dire che era, ed è ancora, uno dei perni principali sui qui ruota tutta la religiosità del popolo del Sud, qualcuno oggi blatera di una laicità che non c’è, e non ci sarà mai. In tempi antichi, la festa dell’Immacolata Concezione fu portata nell’Italia meridionale dai monaci bizantini, probabilmente discendeva dal culto pagano dedicato alla Dea Madre. Nei secoli successivi si diffuse su tutto il territorio meridionale, tanto che fu inserita nel calendario della Chiesa Universale da papa Alessandro VII con la bolla Sollicitudo Omnium Ecclesiarum dell’8 dicembre 1661. Si affermò la tesi del francescano Giovanni Duns Scoto, il quale sosteneva che “Cristo, come perfetto Salvatore, aveva compiuto un atto completo di mediazione di grazia a favore di sua Madre, che non doveva mai trovarsi sotto il potere del male; e questo egli fece non già purificandola dal peccato originale, bensì preservandola da esso”, anticipando di circa 600 anni la bolla “Ineffabilis Deus”.
Viene innalzata a Napoli da Carlo di Borbone nel 1750 una guglia con in cima una statua della Vergine Maria Immacolata, Papa Benedetto XIV dichiarerà l’Immacolata Concezione “prima ac praecipua patrona Regni Neapolitani” (principale e particolare Patrona del Regno di Napoli). La Cappella dell’Immacolata fu dichiarata dai sovrani napoletani, Cappella Reale. Il giorno 8 dicembre ha un legame speciale con l’antico Regno delle Due Sicilie, la devozione della Famiglia Borbone, e del popolo delle Due Sicilie alla Vergine Maria è sempre stata forte. D’altronde la stessa entità statuale dei due reami di Napoli e di Sicilia si unisce attraverso la Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie l’8 dicembre 1816, da allora per tradizione questo giorno è festa nelle Due Sicilie, da Gaeta a Marsala, dall’Abruzzo alla Sicilia. Su come si concepì la Bolla Ineffabilis Deus questo ancora non è chiaro, ci sono diversi pensieri, si sono dette molte cose, ma quello che successe, nell’animo e nella mente del pontefice, durante le frequenti visite di preghiera e meditazione presso la Cappella D’Oro del complesso dell’Annunziata a Gaeta, davanti al quadro dell’Immacolata Concezione non lo sa nessuno.
In definitiva si può dire che, la devozione, la propensione privata, le emozioni provate oltre alle suggestioni gaetane di Pio IX (Giovanni M. Mastai Ferretti) hanno fatto la loro parte, rafforzando la determinazione che il Papa sembra aver assunto. In questi racconti tra il vero e il verosimile, vogliamo pensare che la grande spinta a favore del dogma sia partito dal Sud, dal clero, e dal popolo del Reame di Napoli.
Si sa per certo, che a Gaeta s’incontrarono, e si fusero, la pietà mariana avvertita da Pio IX e quella del popolo Duo Siciliano, il papa sa bene quanto sia forte la devozione mariana nel Regno delle Due Sicilie. Il trasporto di Pio IX per l’Immacolata Concezione, risale al 1821 si può solo immaginare lo stato d’animo del papa quando all’alba di quella domenica del 8 dicembre del 1848, fu svegliato dalle salve delle artiglierie della Piazza, e delle navi ancorate nel porto di Gaeta. Ma c’è un’altra versione, quella in qui sempre durante il suo soggiorno Gaetano, Papa Pio IX, ospite di Ferdinando II, su suggerimento degli Alcantarini di Napoli (che a Gaeta avevano l’importante Santuario della Montagna Spaccata) e per mezzo del suo ambasciatore, il duca di Serracapriola, curatore degli affari economici dei francescani, chiede al Papa, la definizione di una dogmatica per l’immacolata. Pio IX dichiara che le suppliche del mondo cristiano non lo lasciano indifferente, e che è ben disposto a accontentare questa richiesta. Il 2 febbraio 1849 pubblica da Gaeta l’enciclica Ubi Primum, nella quale chiede all’episcopato di tutto il mondo di fargli conoscere il loro pensiero, oltre a quello dei fedeli riguardo l’Immacolata Concezione”. Il ricorso ai Vescovi della cristianità con l’Ubi Primum, in fondo non è altro che un “Concilio per iscritto e senza spese” preconizzato da S. Leonardo presso Clemente XII e Benedetto XIV, nella citata lettera profetica.